ROMA Un periodo transitorio, forse di soli sei mesi, e poi tutti gli attuali incarichi dirigenziali decadranno. La dirigenza pubblica sarà azzerata, poi toccherà ad...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LE IPOTESI
Sul tavolo ci sono al momento due ipotesi. La prima prevede che, nonostante gli incarichi attuali scadano come gli altri, per tutti i dirigenti di prima fascia possa esserci una nuova assegnazione automatica.
A quel punto i direttori rimarrebbero in carica per i prossimi quattro anni, dopo di che anche quei posti diventeranno contendibili. La seconda possibilità presa in considerazione, invece, prevede sempre la scadenza degli incarichi, ma nel primo giro di nuove nomine, gli attuali direttori potrebbero avere un titolo preferenziale rispetto agli altri candidati. Si tratterebbe insomma, di una sorta di clausola di salvaguardia per gli attuali super dirigenti che, però, non cambierebbe l'impianto e la filosofia di fondo della riforma che prevede incarichi a tempo, con una durata massima di quattro anni rinnovabile al massimo per due anni una sola volta.
Avere un incarico per i dirigenti non sarà una questione secondaria. Chi resta senza, perderà immediatamente tutte le voci accessorie della busta paga, che possono valere anche più della metà della retribuzione. Inoltre per ogni anno senza incarico, anche la parte fissa dello stipendio subirà una decurtazione del 10%. Dopo sei anni, e con una valutazione negativa sull'ultimo ruolo ricoperto, il dirigente potrà anche essere licenziato. Questo a meno che non accetti, volontariamente, di essere retrocesso a semplice funzionario. È chiaro che più che una riforma è una vera rivoluzione.
I PASSAGGI
Per i dirigenti sarà essenziale riuscire ad ottenere un incarico. Il provvedimento, poi, pone molto l'accento anche sui risultati. Chi non raggiungerà gli obiettivi si vedrà decurtata la retribuzione accessoria fino all'80%. È probabile che la soluzione sulla contendibilità delle posizioni da dirigente di prima fascia che uscirà dal consiglio dei ministri sia comunque provvisoria. Il decreto, come tutti gli altri della riforma della Pubblica amministrazione, dovrà ricevere il parere del Consiglio di Stato e passare per la discussione parlamentare. Non c'è dubbio che sulle norme transitorie e sul ruolo unico si concentreranno la maggior parte degli interventi e delle osservazioni.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino