Renzi a Cernobbio: Italia non è più problema in Ue. Stop ostruzionismi e salotti buoni

Matteo Renzi
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«Dal primo trimestre 2014 ad oggi i numeri che abbiamo vedono ad oggi un aumento dei posti di lavoro di 260mila unità con un recupero del 25 per cento. Non è sufficiente ma sono i numeri, un'istantanea». Così Matteo Renzi al Forum Ambrosetti a Cernobbio. Il premier è arrivato in elicottero, sorvolando il lago di Como. Atterrato a Villa d'Este con lui c'era anche Andrea Guerra.




«Da qualche mese una nuova generazione sta cambiando, vedremo se nel bene o nel male, le regole del gioco e l'approccio della politica. È un cambiamento molecolare, se nel bene o nel male lo vedremo nelle prossime elezioni dei cittadini», ha detto sottolineando che «l'obiettivo è quello di un Paese più semplice e più giusto. E dentro ci devono essere le riforme e le regole del gioco».



«Il tempo dei salotti buoni è finito davvero e per tutti e bisognerà riflettere sui danni che ha fatto il patto di sindacato», ha proseguito. «L'Italia non è più il problema economico europeo, non è più il problema dell'economia mondiale, e ha una classe straordinaria di imprenditori piccoli e medi che ha resistito in anni di crisi indipendente e nonostante la politica», ha aggiunto.
«L'Italia torna a crescere come gli gli altri paesi ma questo non ci basta, noi vogliamo essere leader e dobbiamo fare di più».



E poi:
«Il sistema delle riforme toglie alcuni poteri alle regioni ed elimina il bicameralismo perfetto che non è mai stato l'effetto di una scelta ma di una impasse. Inoltre mette nel dimenticatoio alcuni enti inutili». E sui migranti: «Se l'Ue è solo una somma di tecnicismi burocratici è finita. L'immigrazione è un'occasione per un nuovo approccio. L'Italia sull' immigrazione al prossimo consiglio Ue non dovrà cambiare posizione: quando chiedevamo un approccio comune era per affermare l'Ue come visione di ideali».



Matteo Renzi ha ribadito quindi la necessità dal 2016 di far scendere il debito del nostro paese. «Saremo inflessibili su questo e non perché ce lo chiede Merkel o il paese che ci sta accanto ma per i nostri figli. «Non è per l'Europa, per un commissario o la Merkel che saremo inflessibili sul debito, ma per i nostri figli. Poi discuteremo sulla velocità perchè dobbiamo incoraggiare l'economia. Secondo me serve più flessibilità ma l'Italia dal 2016 torna a scendere con la curva del debito».
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Il Gazzettino