Referendum, la vittoria del No non spaventa i mercati: Milano in altalena poi chiude in leggero calo

Referendum, la vittoria del No non spaventa i mercati: Milano in altalena poi chiude in leggero calo
La vittoria del No e le dimissioni di Renzi non spaventano i mercati. La Borsa di Milano apre in calo poi torna in territorio positivo per tornare scendere di nuovo e finire con...

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La vittoria del No e le dimissioni di Renzi non spaventano i mercati. La Borsa di Milano apre in calo poi torna in territorio positivo per tornare scendere di nuovo e finire con un leggero calo dello 0,2%, mentre il resto dei listini europei avanza cautamente. In rialzo lo spread Btp-Bund che sale a 169 punti base, con un aumento di 5 punti, e il rendimento del Btp decennale pari al 2,03%. Regna comunque la volatilità a seguito delle dimissioni del premier Matteo Renzi dopo la vittoria del No al referendum costituzionale.


Sul mercato dei cambi, l'euro è in recupero nei confronti del dollaro, dopo aver toccato nella notte i minimi dal 2003 a quota 1,05. La moneta unica è indicata a 1,0645 dollari da 1,0669 ieri in chiusura.

Alta volatilità dunque ma le dimissioni del premier dopo la vittoria del No al referendum non hanno portato al temuto panic selling. Chiusura con il segno più per i principali listini europei: Francoforte sale dell'1,63%, Londra di un lieve 0,24% e Parigi dell'1%.

Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, Fiat Chrysler Automobiles sale del 4,58%, Saipem del 3,89%, Finmeccanica del 3,72%. In evidenza Moncler che mostra un incremento del 2,02%.

Giù le bance Bpm chiude la seduta con un -7,91%. In caduta Banco Popolare che affonda del 7,44%. Pesante Unicredit che segna una discesa di 3,36 punti percentuali. Mediobanca che crolla del 4,24%. Fa male anche Mps -4,21%. La banca senese, positiva in avvio, sembrerebbe propensa a mettere in stand by il piano di ricapitalizzazione.

Il 4 dicembre non segna la fine del mondo insomma, gli analisti sembrano concordi ma è un ostacolo in più per la ricapitalizzazione delle banche italiane. «La vita in Italia va avanti anche dopo il Referendum, politicamente ed economicamente» commentano in un report gli analisti di Banca Imi. Il risultato e la conseguente instabilità politica «ostacolerà la ricapitalizzazione delle banche italiane, perchè - osserva Vontobel - mette in dubbio la capacità dell'Italia di riformare se stessa e aumentare la crescita tendenziale, prerequisito essenziale per la sostenibilità del debito sovrano».


I titoli bancari restano sotto i riflettori ma lo scenario intorno non dovrebbe cambiare se non per un'aumentata volatilità. «Ci aspettiamo che la Bce giovedì annunci un'estensione del suo programma mensile di acquisto per altri sei mesi oltre il marzo 2017 per 80 miliardi di euro. »I mercati adesso osservano da vicino Mps e l'esito della ricapitalizzazione da 5 miliardi, messa a rischio dagli sviluppi politici« commenta Paul Hatfield, Global Chief Investment Officer di Alcentra (BNY Mellon).


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Il Gazzettino