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Buona la terza. E, si spera, anche la quarta. L’intesa raggiunta con la Commissione europea per le modifiche alle due tranche del Pnrr sotto esame, 35 miliardi di euro in totale, non basta ancora a cullare il sonno del governo italiano. Al netto della corsa per consegnare a Bruxelles entro il 31 agosto il Repower Eu, cioè il capitolo aggiuntivo del piano di ripresa tutto centrato sulla transizione ecologica – per l’Italia il tesoretto “green” si aggirerà intorno ai 15 miliardi – si apre ora la partita della quarta rata del Recovery.
LE TRATTATIVE
Sedici miliardi di euro, cui si sono ora aggiunti i 519 milioni legati al target dei posti letto per gli universitari, “traslocato” dalla terza rata per sbloccare l’impasse con la Commissione Ue. Nel quarto “pacchetto” del piano Ue c’è di tutto: investimenti nei trasporti e nel cinema, progetti per l’istruzione e il terzo settore. In totale sono ventotto gli obiettivi che l’Italia avrebbe dovuto centrare entro il 30 giugno scorso. Condizionale d’obbligo, se è vero che alla scadenza ben 16 traguardi previsti dal Pnrr sono stati mancati. Le cause sono le più disparate.
I RITOCCHI
Al netto dei posti letto nelle residenze universitarie, che ora sono un problema della quarta rata, sono ben dieci i ritocchi che Fitto ha chiesto a Bruxelles per avvicinare la prossima tranche del piano. È il caso della costruzione di ben 17 nuovi studios cinematografici a Cinecittà - investimento da 300 milioni di euro - che il governo propone di ridurre a 9. Altri progetti sotto i riflettori Ue arrivano dai ministeri di Matteo Salvini e Gilberto Pichetto. Come le 6500 colonnine elettriche, di cui 4mila in città, che il Pnrr italiano prevede entro il 2026. Difficile, dati alla mano: finora sono arrivate richieste per 4700 colonnine, tutte in aree urbane. Su un binario morto, è il caso di dire, c’è poi l’investimento per costruire treni a idrogeno e le relative infrastrutture. Un altro target che ha riscosso scarso interesse tra i privati.
I ritocchi chiesti da Palazzo Chigi, va da sé, sono scritti a matita. Spetterà alla Commissione ricalcarli a penna e sbloccare anche la quarta rata del piano con i suoi 16,5 miliardi di euro. Strada apparentemente in discesa, a sentire gli assist di questi giorni tra Roma e Bruxelles. Ma la storia della terza rata del Pnrr, con un bonifico della Commissione rimasto congelato per otto mesi, suggerisce cautela.
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