Pirelli ai cinesi, Tronchetti Provera: «Cuore e testa resteranno in Italia»

Pirelli ai cinesi, Tronchetti Provera: «Cuore e testa resteranno in Italia»
La compagnia cinese ChemChina assumerà il controllo di Pirelli, nella migliore delle ipotesi arrivando al 50,1% del capitale, mentre se non si riuscisse a trovare entro i 18...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La compagnia cinese ChemChina assumerà il controllo di Pirelli, nella migliore delle ipotesi arrivando al 50,1% del capitale, mentre se non si riuscisse a trovare entro i 18 mesi previsti un secondo socio di riferimento, arriverebbe a detenere il 65%. Un'altra eccellenza italiana perduta? Il numero uno della Pirelli non la pensa così: “Cuore e testa resteranno nel nostro Paese”, ha affermato Marco Tronchetti Provera, in una intervista al Corriere della Sera, spiegando “continueremo a guidare noi, portando avanti i piani di sviluppo stabiliti, e senza alcun rischio per l'occupazione”.




L'accordo siglato con i cinesi, infatti, prevede una clausola che blinda la sede (italiana), il polo di ricerca e la leadership (che resta in capo a Tronchetti Provera), richiedendo il consenso del 90% dle capitale per modificare una di queste scelte strategiche.



Per il numero uno di Pirelli, la ChemChina “era la migliore delle ipotesi” ed ha dimostrato, lungo ben tre anni di trattative, di essere molto aperta nell'investire in una società con un “forte radicamento di uomini e tecnologie in Italia”. A chi storce il naso, Tronchetti risponde che l'operazione non toglie nulla, anzi, “rende Pirelli più forte” e “consente di avere un accesso diretto al mercato cinese dei pneumatici giganti”, che è letteralmente sterminato. Il numero uno di Pirelli replica anche al malcontento dei sindacati, affermando che “in Italia è mancato un progetto per il futuro dell'industria” e che ”la vera politica industriale si fa creando le condizioni per attrarre investimenti, che creano posti di lavoro”.



Chi sarà il nuovo socio italiano? Tronchetti ha escluso sia l'intervento di fondi pubblici (FSI) sia del fondo infrastrutturale F2i, mentre ha specificato che i rapporti con i soci russi di Roseneft, pur ridimensionati, si mantengono buoni, perché la Russia è importante per il mercato dei prodotti “winter” ed è diventata una base produttiva molto competitiva.



Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino