Pil in frenata nel quarto trimestre, crescita 2015 allo 0,6%

Pil in frenata nel quarto trimestre, crescita 2015 allo 0,6%
Nel 2015 il Pil, corretto per gli effetti di calendario, è aumentato dello 0,6%, in crescita per la prima volta dal 2011. Così l'Istat nella stima...

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Nel 2015 il Pil, corretto per gli effetti di calendario, è aumentato dello 0,6%, in crescita per la prima volta dal 2011. Così l'Istat nella stima provvisoria, in cui si ricorda che il 2015 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al 2014. E aggiunge che la variazione annua del Pil calcolata sui dati trimestrali grezzi è pari a +0,7%. La stima del governo contenuta nella nota di aggiornamento del Def per il 2015 è di +0,9%. La stima ufficiale dell'istituto di statistica arriverà il prossimo primo marzo. 


La crescita registrata dall'Istat per il quarto trimestre 2015 (+0,1%) risulta inferiore rispetto alle stime dello stesso istituto di statistica e dei principali analisti. L'ultima previsione dell'istituto, contenuta nella nota mensile uscita a inizio dicembre era di +0,2% con un intervallo di confidenza compreso tra 0 e 0,4%. Il consensus raccolto da Bloomberg era di +0,3%.  

La crescita congiunturale del Pil nel quarto trimestre 2015 (+0,1%) risulta in frenata rispetto ai precedenti, per trovarne una più bassa occorre tornare all'ultimo del 2014 (quando è stato registrato un -0,1%). È quanto emerge dalle serie dell'Istat che ha diffuso la stima preliminare del Pil. L'anno era partito con un +0,4% del primo trimestre, seguito da un +0,3% e da un +0,2%. Invece la variazione tendenziale (+1%) risulta la più alta dal secondo trimestre del 2011.

Nonostante la frenata di fine anno, il 2015 conferma l'uscita dell'Italia dalla recessione, con il Pil annuo che torna al segno più dopo tre anni consecutivi in negativo. Stando alle stime di oggi lo scorso anno si sarebbe chiuso a +0,7% dopo il -2,8% del 2012, il -1,7% del 2013 e il -0,4% del 2014. L'ultimo dato positivo risale al 2011 quando si era registrata una crescita di +0,6%. Per trovare una crescita superiore bisogna tornare al 2010. 


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Il Gazzettino