I pensionati italiani hanno perso ogni anno negli ultimi 9 tra i 1.000 e gli 8.000 euro a causa dei blocchi della rivalutazione degli assegno rispetto all'inflazione. A fare i...
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«Se consideriamo tutti i blocchi operati in nove anni che hanno effetti negativi sulle pensioni in modo permanente - sottolinea il segretario confederale Domenico Proietti - si evidenzia che una pensione pari a 1.500 euro lordi mensili nel 2011 ha cumulato una perdita complessiva pari a 74,03 al mese, ovvero 962,39 euro annui, differenza che sarà destinata a crescere per effetto dei blocchi previsti fino al 2021». Per un pensionato con un assegno di 4.500 euro lordi la perdita annua supera i 614 euro per una perdita annua di 7.992 euro. «Bisogna varare - dice - meccanismi di recupero del potere di acquisto perso».
«Il blocco dell'indicizzazione delle pensioni dal 2011 ad oggi - scrive la Uil - ha generato danni gravissimi e permanenti a milioni di pensionati. I diversi meccanismi »sperimentali«, introdotti con il solo scopo di continuare a fare cassa sulle pensioni, hanno fortemente diminuito il potere di acquisto dei pensionati». Un pensionato che nel 2011 aveva un assegno pari a 1.500 euro - spiega - oggi riceve una pensione pari a 1.575 euro, mentre se fosse stato utilizzato il meccanismo ordinario avrebbe avuto una pensione mensile pari a 1.649 euro (962 euro in più rispetto a quanto ha ora) ogni anno. Un danno permanente per tutta la vita, afferma il sindacato, che oltre all'indicizzazione chiede anche la riduzione della pressione fiscale sulle pensioni e che sia restituito quanto tolto ai pensionati in questi anni con i vari blocchi della rivalutazione.
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Il Gazzettino