Pensioni, riforma nel 2025? Da Quota 41 all'uscita anticipata, ecco cosa potrebbe cambiare

L'obiettivo dell'esecutivo è quello di approvare una riforma che renda il sistema più flessibile e con regole che funzionino per anni

Pensioni, riforma nel 2025? Da Quota 41 all'uscita anticipata, ecco cosa potrebbe cambiare
La riforma sulle pensioni non sarà semplice, neanche nel 2025. Il dossier è da tempo sul tavolo del governo, che ha dovuto posticipare i lavori rispetto alla legge...

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La riforma sulle pensioni non sarà semplice, neanche nel 2025. Il dossier è da tempo sul tavolo del governo, che ha dovuto posticipare i lavori rispetto alla legge di bilancio 2024. Neanche nell'anno successivo, però, la strada sembra in discesa. L'obiettivo dell'esecutivo è quello di approvare una riforma che renda il sistema più flessibile e con regole che funzionino per anni. Sui tempi è stata la stessa ministra del Lavoro Marina Calderone a spiegare che la riforma «non si farà a breve termine». 

Il piano del governo

L'intenzione è quella di introdurre Quota 41 in maniera stabile, permettendo di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età. Ma se con la legge di bilancio 2024 sono stati stanziati 24 miliardi di euro, di cui 16 dall'extra deficit e gli altri otto da spending review e nuove tasse. Di questi però, molti sono finite alle misure per i lavoratori, tra taglio del cuneo e contributi per le mamme con due figli e rinnovo del contratto della pubblica amministrazione. Per quanto riguarda le pensioni, però, la scelta è stata conservativa: la conferma di Quota 103 con il ricalcolo contributivo per chi vi accede, le novità sull’Ape Sociale e il taglio della rivalutazione per gli assegni più ricchi, sono state tutte adoperate per fare cassa. 

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Cosa può cambiare

Il governo vorrebbe passare a Quota 41 per tutti, senza alcun requisito anagrafico ma con una penalizzazione in uscita con ricalcolo contributivo. Nascerebbe così un'alternativa alla pensione anticipata, con uno sconto in quanto a contributi (ma ne deriverebbe un assegno più basso).

 

I nodi

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, nelle scorse settimane ha ribadito che l’obiettivo durante la legislatura è quello di «rimettere mano con sapienza e attenzione anche a quello che è il patto intergenerazionale, in quanto è alla base di un “sistema efficiente. A tal proposito, il governo valuterà tutti gli interventi per mettere in protezione chi deve uscire dal lavoro in anticipo ma perché ha lavorato tanto e per chi è giovane e deve ancora costruire la propria posizione previdenziale». Difficile però che per i tempi l'approvazione arrivi nel 2025. Anche perché nelle prossie leggi di Bilancio l’Italia dovrà stanziare le risorse per ridurre il deficit accumulato, circa 5 miliardi di euro l’anno secondo le previsioni. E soprattutto non si potrà fare extradeficit per finanziare nuove misure economiche. La Manovra 2025 sarà quindi più "povera" dell'ultima. E a meno di tagli da parte della Bce o di una crescita economica - ma è questo un doppio scenario complicato - le novità non dovrebbero essere positive. 

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Il Gazzettino