Pensioni, Quota 103 verso la conferma (con Ape sociale estensione): cosa cambia per Opzione donna

Secondo il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, il governo con la prossima legge di Bilancio confermerà Quota 103 ed estenderà l'Ape sociale. Su Opzione donna si ragiona su una riforma, con due ipotesi.

Pensioni, Quota 103 verso la conferma (con estensione dell'Ape sociale): cosa cambia per Opzione donna
Conferma di Quota 103 per il 2024 ed estensione dell'Ape sociale. Ma anche modifiche per Opzione donna. A delineare gli interventi sulle pensioni con la prossima legge di...

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Conferma di Quota 103 per il 2024 ed estensione dell'Ape sociale. Ma anche modifiche per Opzione donna. A delineare gli interventi sulle pensioni con la prossima legge di Bilancio è il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Le risorse a disposizione del governo non sono moltissime, per usare un eufemismo, per questo gli interventi saranno limitati. L'esecutivo, infatti, è stretto tra la decisione di non aumentare le tasse (nemmeno extraprofitti, dopo la già sofferta decisione sulle banche, o altri prelievi da redditi elevati), il ritorno nel 2024 delle regole europee di bilancio e la necessità di confermare misure onerose, come il taglio del cuneo fiscale. Ecco quindi come potrebbe essere la nuova riforma delle pensioni.

 

Riforma delle pensioni, il progetto spiegato da Durigon (Lega)

«Credo che - ha spiegato Durigon . oggettivamente ad oggi l'obiettivo è quello di confermare Quota 103 e vedere come l'Ape sociale si può allargare». Lo ha detto il sottosegretario a 24 Mattino su Radio 24. Per quanto riguarda Opzioneì donna, ha proseguito, «stiamo valutando come dare un ristoro alle donne. Questo governo non ha gestito Opzione donna come nella maniera precedente, perché crediamo che in quel caso ci sia stato oggettivamente tanto dispendio anche salariale per queste donne: il 30% in meno era davvero un esborso esoso. Stiamo cercando di capire una norma che possa dare ristoro a queste donne, caso mai vedere anche nell'Ape sociale».

 

La conferma di Quota 103

Per accedere a Quota 103 quest'anno si dovevano avere almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi. Lo schema dovrebbe essere replicato nel 2024. In ogni caso prima di ottobre non ci saranno novità annunciate: il governo deve valutare quante risorse saranno a disposizione per il prossimo anno. Le cifre, al momento, sono variabili. Per la manovra si parte da una dotazione sicura di 4 miliardi di euro. Basterebbero per confermare Quota 103 e Opzione donna ridotta, in attesa di trovare nuove soluzioni. Ma proprio su Opzione donna si vuole intervenire.

 

Come possono cambiare Opzione donna e Ape Sociale

Per lo strumento dedicato alla donne la formula dei 35 anni di contributi necessari per andare in pensione una volta compiuto il sessantesimo anno di età (o, in alcuni casi, anche solo 58 o 59), con il ricalcolo contributivo, non sembra attrarre particolarmente le lavoratrici italiane. «L’assegno subisce un taglio troppo drastico e quindi la misura rende poco» avrebbe detto in Consiglio dei ministri Giorgia Meloni. Non solo: con la nuova formulazione voluta dallo stesso esecutivo le beneficiare sono passate da un massimo di 23 mila a poco meno di 3 mila. Continuare con questa formula potrebbe determinare più svantaggi (in termini di soldi pubblici spesi) che vantaggi (in termini di uscite anticipate).

Tuttavia, garantiscono dal ministero del Lavoro, l’eliminazione comporterebbe il contestuale inserimento di nuove tutele nel pacchetto Ape sociale. Una sorta di accorpamento che però prevederebbe maggiore flessibilità ad esempio per caregiver e lavoratrici in specifiche condizioni. L'auspicio della ministra Marina Calderone sarebbe comunque ampliare il prima possibile la platea, per far andare in pensione anticipata non solo disoccupate, disabili e chi si occupa di anziani e malati, ma anche le altre donne. O almeno parte delle 20mila persone escluse quest’anno dopo la stretta ai criteri d’accesso, senza distinzioni legate al numero di figli o alla mansione ricoperta. 

L’obiettivo è coinvolgere fino a 10mila donne in più, da mandare in pensione probabilmente con 35 anni di contributi e almeno 60, 61, 62 o 63 anni d’età (contro i 58 per le dipendenti e i 59 per le autonome, come da regole 2022). Il nodo, tuttavia, è quello finanziario: se non si troveranno risorse Opzione donna potrebbe essere assorbita dall'Ape sociale, con qualche lieve miglioramento per fragili, disoccupate e caregiver. In ogni caso l'Ape sociale potrebbe essere esteso coinvolgendo più lavoratori gravosi o in difficoltà.

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Il Gazzettino