È «chiuso» il testo della legge di bilancio. Nel pomeriggio da Palazzo Chigi arriva il segnale atteso: mercoledì la manovra, varata in Cdm il 15 ottobre,...
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Manovra, terreni gratis con il terzo figlio in arrivo: flat tax al 15% ai prof per le ripetizioni
Il premier ritarda la sua partenza per l'India per lavorare al dossier. E le riunioni vanno avanti fino a tarda sera. L'orizzonte è quello dell'Ecofin del 6 novembre: la via è stretta, ma si tratta. Dopo un lungo vertice domenicale e dopo aver lanciato un segnale distensivo sulle banche, Luigi Di Maio e Matteo Salvini non partecipano alle riunioni che vedono impegnati con Conte e Tria, i sottosegretari al Mef Laura Castelli e Massimo Garavaglia, e per un giorno tacciono sulla manovra. Distendere il clima, non alimentare nuove fiammate dei mercati, mostrare il volto costruttivo del governo. Da qui parte la strategia messa a punto sull'asse tra via XX Settembre e Chigi, accogliendo anche l'invito del Quirinale ad abbassare i toni e di Mattarella a «lavorare coesi».
Se si placa la tempesta sui mercati - almeno nei prossimi giorni - si guadagna forza rispetto a Bruxelles. E ci sono più margini, secondo fonti ministeriali, per sminare lo scontro che ha avvelenato il clima. Cosa è pronta a concedere l'Italia? «Dipende da cosa chiederà l'Ue», spiegano fonti governative della Lega. Forse anche per questo se tra i 'moderatì del governo, sia area pentastellata che leghista, non escludono che si possa mettere sul tavolo un abbassamento del deficit di un decimale o due (dal 2,4%, al 2,3 o 2,2%), da Palazzo Chigi smentiscono che questa ipotesi sia sul tavolo delle riunioni di Conte e Tria. I contatti con Bruxelles sono continui e domani il ministro vedrà gli eurodeputati della commissione per gli Affari economici del Parlamento Ue. Un segnale distensivo lo manda anche Di Maio definendo «corretta» Angela Merkel.
Ma un punto di snodo sarà l'incontro che il premier dovrebbe avere lunedì prossimo con Jean Claude Juncker: il sentiero è stretto - dicono dal governo - ma si lavora. L'arrivo, annunciato per mercoledì, della manovra alle Camere - Conte ci lavora personalmente fino all'ultimo, raccontano da Chigi - sembra dare corpo a quanto annunciato dal ministro Paolo Savona: all'Ue verrà mandata una fotocopia. Ma in realtà al ddl manca un pezzo importante: le norme su quota 100 e reddito di cittadinanza. E non è un dato marginale, perché per il varo delle leggi collegate alla manovra che li disciplineranno c'è tempo fino al 31 gennaio: se ci si prenderà tutto quel tempo non solo le misure partiranno un pò più avanti del previsto, ma ci sarà fino all'ultimo per limare. Anche perché, al di là del contenzioso con l'Ue, resta alta la tensione sui mercati: il governo si tiene pronto a intervenire in qualsiasi momento a proteggere le banche, pure con coperture da reperire in manovra.
Ma proprio quelle coperture, lamenta la Lega, si sono assottigliate per effetto delle modifiche al decreto fiscale: così com'è scritto ora il condono, è il ragionamento, sarà un flop annunciato.
Il Gazzettino