In pensione prima di 60 anni: dal 2014 quasi mezzo milione

In pensione prima di 60 anni: dal 2014 quasi mezzo milione
A che età si va davvero in pensione in Italia? È la domanda che risuona in questi giorni di campagna elettorale con alcuni partiti che hanno messo sul banco degli...

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A che età si va davvero in pensione in Italia? È la domanda che risuona in questi giorni di campagna elettorale con alcuni partiti che hanno messo sul banco degli imputati la durissima riforma Fornero del 2012 che prevedeva l'innalzamento dell'età pensionabile. 


Il requisito per il pensionamento di vecchiaia che dal prossimo anno passerà a 67 anni è un riferimento importante. Svetta anche nel confronto internazionale. Ma da solo dà un quadro parziale della realtà effettiva, visto che le scappatoie per lasciare il lavoro ben prima non sono state eliminate dalla legge Fornero. Anzi, contrariamente a quanto si strilla in campagna elettorale e a ben sei anni dall'approvazione della legge Fornero, in realtà in molti casi resta possibile accedere alla pensione ancora prima dei 60 anni e, per quanto possa sembrare surreale, in Italia in qualche modo le baby pensioni resistono a se stesse.

LA REALTÀ DEI NUMERI
Le prove? Sono elencate nelle 47 pagine di analisi dei Flussi Previdenziali rese note nei giorni scorsi dall'Inps. Un dato spicca su tutti: negli ultimi quattro anni, per ogni anno ed in particolare nel 2017 appena finito, oltre 100.000 italiani sono andati in pensione prima dei 60 anni. Il dato riguarda le sole gestioni Inps (esclude quindi i dipendenti pubblici e i professionisti delle 13 casse private).

In totale tra il 2014 e il 2017 si arriva vicino a quota mezzo milione di nuovi baby-pensionati. Non è finita, in questo piccolo esercito si distinguono ben 150.000 persone che la pensione l'hanno ottenuta a 54 anni o meno. Va detto che rientrano in queste cifre anche i pensionamenti per invalidità (ma sempre di tipo previdenziale) e quelli dei superstiti, cioè per la maggior parte vedove e vedovi. Ma la quota di pensioni anticipate (la vecchia anzianità) e di vecchiaia, compresi i prepensionamenti come quelli che scattano nei casi di crisi aziendale, valgono comunque la metà o più del totale.

A rimpolpare l'esercito dei pensionati-giovani sono tutte le categorie: nel 2017 hanno iniziato a ricevere la rendita con meno di 60 anni ben 73.000 lavoratori dipendenti, 17.000 artigiani, 10.000 commercianti e quasi 6.000 agricoltori. A questi trattamenti vanno poi aggiunti quelli dei dipendenti pubblici, non irrilevanti perché ne fanno parte militari e appartenenti alle forze dell'ordine: ai quali è permesso di lasciare il servizio prima dei 60 anni più facilmente. Nel solo 2016 (ultimo anno disponibile nelle statistiche di queste categorie) le pensioni liquidate prima dei 60 anni fra questi lavoratori sono state in tutto quasi 23 mila.
 
Guardando invece che ai dati annuali di flusso all'insieme delle pensioni in essere ci si potrebbe chiedere qual è il numero di coloro che sono attualmente in pensione ed hanno meno di 60 anni. Rispondere non è facilissimo: nell'archivio dei beneficiari del sistema pensionistico italiano aggiornato sempre al 2016 (in questo sono caso sono comprese tutte le gestioni) si trovano quasi due milioni di persone under-60 titolari di un qualche trattamento. Per circa metà si tratta di prestazioni di tipo assistenziale, come l'invalidità civile, o indennitarie, ad esempio i trattamenti legati a infortuni sul lavoro.

IL PUNTO

Restringendo il campo, però, emerge che i pensionati con meno di 60 anni che usufruiscono di normali pensioni di vecchiaia o anticipate, quelle ai superstiti e quelle di invalidità di natura previdenziale arrivano a poco più di 900 mila persone. La fascia di età immediatamente successiva, quella di coloro che si trovano tra i 60 e i 64 anni - e dunque sono ancora lontani dal requisito della vecchiaia - comprende oltre due milioni di beneficiari. Si tratta di cifre enormi. I pensionati italiani sono circa 16 milioni e ora emerge che - a sei anni dalla scure della riforma Fornero - circa 3 milioni di loro e cioè il 18% circa del totale, in pratica uno ogni cinque, è a riposo al di sotto dei 65 anni.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino