Enel è la più grande industria italiana per fatturato (69,1 miliardi di euro nel 2016) davanti a Eni (55,8 miliardi) e Gse (29,3 miliardi), che scippano il podio a...
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Tra le 20 maggiori società industriali e dei servizi figurano Tim (26,2 miliardi di euro di fatturato), Leonardo (12 mld), Edison (10,2 mld) e Saipem (10 mld) superano la soglia dei 10 miliardi, seguite da Luxottica (9,1 mld), Poste (8,7 mld), Fs (7,9 mld), Esso e Prysmian (7,6 mld entrambe), Supermarkets Italiani (Esselunga, 7,5 mld), Saras (6,8 mld), Kuwait Petroleum e Parmalat (6,5 mld entrambe), Ge Italia (ora Nuovo Pignone, 6,4 mld) e Vodafone Italia (6,2 mld), che prende il posto di Pirelli (6,05 miliardi), scivolata in 21/a posizione.
Delle 20 maggiori società italiane 7 sono a controllo pubblico (Enel, Eni, Gse, Leonardo, Saipem, Poste, Fs) e 8 a controllo estero (Fca, Tim, Edison, Saras, Kuwait, Parmalat, Ge Holding e Vodafone), mentre le rimanenti 5 sono a controllo nazionale privato. Su un totale di 323,8 miliardi di fatturato, le società a controllo pubblico valgono il 58,72%, quelle a controllo estero il 27,02% e quelle a controllo italiano il 14,25%.
Enel è prima anche per debito finanziario (51,1 miliardi), seguita da Tim (32,6 mld) ed Eni (27,2 mld), a loro volta davanti a Edizione (18,3 miliardi), Wind Tre (13 mld), Fs (11,9 mld) e Snam (11,1 mld). Tutte hanno un debito superiore ai 10 miliardi e solo quello di Eni ed Fs è inferiore ai mezzi propri, attestandosi rispettivamente allo 0,5 e allo 0,3. Nel caso di Enel (1), Tim (1,4), Edizione (1,2), Wind Tre (3,1) e Snam (1,7), l’indebitamento risulta invece superiore.
Campione di utili è Enel (2,57 mld), seguita da Tim (1,8 mld), Snam (861 mln), Luxottica (851 mln) ed Fs (758 mln), mentre Saipem (2,08 mld), Wind Tre (1,68 mld), Eni (1,46 mld) ed Fca (-1,11 mld) sono le società con la perdita di esercizio più consistente.
Quanto alle banche, che sono oggetto di un approfondimento a parte, che verrà presentata entro l’anno, il Centro Studi di Mediobanca ha calcolato un attivo tangibile 2016 di 2.665 miliardi di euro (-0,8%), con crediti alla clientela in calo dell’1% a 15,1 miliardi e una raccolta in diminuzione dello 0,7% a 11,9 miliardi.
In classifica si conferma prima Unicredit (856,3 miliardi di attivo) davanti a Intesa Sanpaolo (717,7 miliardi ) e alla Cdp (357,7 miliardi).
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Il Gazzettino