Choc materie prime, ecco come difendersi

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La guerra delle materie prime. Ascolta: Luce e gas, la costosa parabola delle bollette. Il paradosso dell'auto: vendite giù, guadagni su ...

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La guerra delle materie prime.

Già prima dell’invasione dell’Ucraina era un po’ questa la minaccia più pesante per la crescita globale. Con un impatto diverso, certo, ma le difficoltà nelle catene di approvvigionamento globale già si facevano sentire. Ora anche i portafogli dei risparmiatori dovranno tener conto dei nuovi rischi tra inflazione alta, taglio del Pil e la maggiore pressione sui deficit fiscali attraverso i sussidi. Perché va ricordato che prima del conflitto la Russia forniva l’11% del petrolio globale, anche se l’Arabia Saudita da sola potrebbe coprire, se volesse, il 40% della fornitura di greggio russo. E ancora, la Russia era anche un importante fornitore del 25% del gas globale e del’11% del grano globale, materie prime più difficili da sostituire a breve termine. Di qui la necessità di riavviare il 70% dei piani di elettricità a carbone in Europa per sostituire il 25% della fornitura di gas russo alle economie europee. E di aumentare le forniture di grano dall’India, con tutti i rischi sul controllo della qualità.

SCELTE OBBLIGATE

Il risultato è che in un mondo con bassa crescita e inflazione a due cifre, la liquidità sta creando un buco nelle tasche degli investitori. Come proteggere il proprio capitale? «Gli asset reali e gli strumenti ad alto reddito sono la risposta», fa presente Polina Kurdyavko, head of emerging markets e senior portfolio manager di BlueBay. In particolare, all’interno del debito dei mercati emergenti in valuta forte, i bond high yield offrono rendimenti a due cifre con una duration relativamente bassa. Si tratta di una buona alternativa per compensare il 7-10% di inflazione, a patto che i tassi di default rimangano al di sotto delle due cifre, che è quello che ci aspettiamo. «Riteniamo, inoltre», spiegano da BlueBay, «che i venti di coda dei prezzi elevati delle materie prime e dei tassi più elevati forniranno sostegno alle valute dei mercati emergenti e agli asset locali legati all’inflazione». Meglio non farsi illusioni però. «In tempi di alta inflazione e bassa crescita, è probabile che dovremo prendere decisioni difficili. Spesso, in tempi come questi, si tratta di scegliere l’opzione “meno peggio”». E «fortunatamente», aggiunge Kurdyavko, «gli investitori hanno più alternative quando si tratta di proteggere il proprio capitale».

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Il Gazzettino