Manovra, vertice a Palazzo Chigi: il governo ora cerca 15 miliardi

Manovra, vertice a Palazzo Chigi: il governo ora cerca 15 miliardi
ROMA Il cantiere della manovra d'autunno è ufficialmente aperto. Appena rientrato dalle ferie, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, si è recato a...

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ROMA Il cantiere della manovra d'autunno è ufficialmente aperto. Appena rientrato dalle ferie, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, si è recato a Palazzo Chigi per un colloquio con il premier Paolo Gentiloni. Sul tavolo la prossima legge di bilancio. L'incontro, che non è entrato nello specifico delle misure, è servito per ribadire alcuni punti fermi alla vigilia di un settembre che si preannuncia particolarmente caldo. Nonostante il buon andamento del Pil, le risorse avrebbe spiegato il ministro dell'economia, rimangono limitate. L'intenzione condivisa è quella di destinarle a tre priorità già individuate: gli sgravi per i giovani, gli aiuti per i più poveri e il rilancio degli investimenti per le imprese. La manovra viaggia verso i 15 miliardi di euro. I soldi serviranno innanzitutto ad annullare le clausole di salvaguardia che prevedono per il 2018 l'aumento automatico delle aliquote Iva e delle accise sulla benzina.


IL PASSAGGIO
Se la Commissione europea, ma su questo ci sarebbero pochi dubbi, confermerà lo sconto di circa 10 miliardi sul rientro dal deficit strutturale, per disinnescare le clausole servirebbero circa altri 7 miliardi. A questi soldi andrebbero aggiunti 1,7 miliardi per la correzione del deficit tendenziale del 2018 dall'1,3% all'1,2%. Così il conto è già di quasi 9 miliardi di euro. Vanno poi aggiunti 1,3 miliardi per il rinnovo del contratto degli statali, due miliardi per le spese indifferibili e, infine, i soldi per la decontribuzione dei giovani, per rinforzare il Rei, il reddito di inclusione, e per il rifinanziamento degli sgravi per gli investimenti. Per il taglio del cuneo fiscale, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha spiegato che il governo sarebbe intenzionato a stanziare 2 miliardi per consentire l'assuzione di circa 300 mila giovani. Ai poveri il governo ha già destinato 2 miliardi di euro per finanziare l'assegno fino a 480 euro al mese che dovrebbe coprire 660 mila famiglie. L'intenzione è di aumentare la dote di altri 1,5 miliardi in modo da ampliare la platea dei beneficiari. Qualche giorno fa, poi, il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha chiesto un miliardo e mezzo di risorse aggiuntive per finanziare i nuovi provvedimenti a favore delle imprese: i super ammortamenti per chi compra nuovi macchinari e un credito d'imposta per la formazione dei dipendenti. In questo modo il totale già salirebbe a oltre 17 miliardi, ma c'è da tener conto che la maggiore crescita del Pil avrà sicuramente un impatto positivo sui conti, permettendo di recuperare risorse tra i tre e i cinque miliardi di euro.

IL QUADRO DEFINITIVO
Le cifre, insomma, ballano ancora. Il quadro si chiarirà solo dopo i dati definitivi di settembre dell'Istat che dovranno confermare o meno, l'indicazione preliminare arrivata ad agosto di una crescita già acquisita dell'1,2%. Solo allora il governo presenterà la sua nota di aggiornamento del Def con il nuovo quadro di finanza pubblica e sarà possibile sapere con esattezza quali spazi ci sono per la manovra. A settembre, tuttavia, ci sarà anche un altro passaggio delicato del quale è probabile che abbiano parlato ieri Padoan e Gentiloni. Il Tesoro, come detto, ha chiesto a Bruxelles uno sconto di 10 miliardi sul deficit.

Tuttavia per poter formalizzare questo passaggio, il governo deve presentare una relazione al Parlamento che, in base alle norme, deve essere approvata con maggioranza assoluta. Se alla Camera questo non rappresenta un problema, al Senato il passaggio è delicato. Il governo deve riuscire ad ottenere 161 voti, provando a compattare tutta la maggioranza. Compresi gli alleati recalcitranti di Mdp, che sulla manovra da tempo ormai stanno annunciando che daranno battaglia.

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Il Gazzettino