Fondo monetario, Bce, Unione europea. Le istituzioni internazionali lanciano un nuovo allarme sulla politica economica del governo italiano, in quello che, a pochi giorni dal varo...
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Ma più che l'Agenzia spaziale americana ad intervenire è stata la Nato (una new entry) che - di fronte alle intenzioni espresse dallo stesso leader 5S di ridurre «la spesa militare inutile» di 500 milioni - ha sollecitato tutti gli alleati, «Italia inclusa», a rispettare l'obiettivo di spendere per la difesa il 2% del Pil. La tensione ha contraddistinto l'intera giornata. Il primo attacco è arrivato proprio dal Fmi che, riunendo a Bali economisti, ministri e governatori delle banche centrali, ha definito la direzione presa dall'Italia «opposta» a quella suggerita. Senza riferimenti diretti a quello che è anche il suo Paese, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha invece ricordato che per gli Stati ad alto debito pubblico «la piena adesione al Patto di stabilità è fondamentale».
Un richiamo reso ancora più esplicito da Jean Claude Juncker, entrato ancora una volta in rotta di collisione con Matteo Salvini. L'Italia «non rispetta la parola data», ha affermato il presidente della Commissione Ue, respingendo l'immagine di «mostri chiusi in un bunker» affibbiata ai vertici europei dagli esponenti del governo italiano. «Un bel tacer non fu mai scritto. Juncker pensi al suo paradiso fiscale Lussemburgo», l'immediata replica del leader della Lega. In un clima dunque tutt'altro che disteso, l'azione da pompiere di Giovanni Tria, ancora una volta, non è bastata. Il ministro, protagonista peraltro dell'ennesimo scontro con Di Maio stavolta sul futuro di Alitalia, ha trovato la sponda del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, sostanzialmente morbido nei confronti del titolare del Tesoro nonostante le accuse rivolte a Via Nazionale dai vicepremier dopo le polemiche sulla Nota di aggiornamento al Def. Le sue rassicurazioni sul calo del debito e sui titoli di Stato italiani, arrivate nello stesso giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato le banche estere, sono sembrate in netto contrasto con l'analisi del Financial Times che ha invece descritto come potenzialmente «catastrofica» la spirale che si potrebbe innescare proprio tra il debito pubblico e gli istituti di credito italiani che lo detengono per oltre 380 miliardi.
Allo stesso modo la volontà annunciata da Conte di spiegare la manovra in Europa con la certezza di poter convincere i partner europei della bontà dell'azione di governo non ha persuaso i diretti interessati.
Il Gazzettino