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Un vero e proprio boom nell'ultimo decennio. Sono schizzati alle stelle i prezzi delle materie prime agricole: i massimi storici sono stati raggiunti dal mais (+74%) e della soia (+77%). Numeri così non si vedevano rispettivamente da dieci e da sette anni.
È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati sull'inflazione a maggio sulla base dei contratti future nei listini del Chicago Bord of Trade (Cbot), il punto di riferimento internazionale per il mercato future i delle materie prime agricole. L'emergenza Covid - sottolinea la Coldiretti - ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l'alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono però riconosciuti in molti casi compensi per la carne e per il latte più bassi degli scorsi anni.
In gioco c'è il futuro dell'allevamento italiano in una situazione in cui con la pandemia da Covid - continua la Coldiretti - si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l'autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l'alimentazione delle popolazione. Nell'immediato bisogna garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell'intera filiera per non perdere capacità produttiva in un Paese come l'Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici ma c'è anche bisogno di un piano di potenziamento o e di stoccaggio per le principali commodities, dalla soia al mais fino all'atteso piano proteine nazionale per l' alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività al Paese rispetto ai concorrenti stranieri.
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