MILANO - Le banche con il loro carico di Npl, sono state il parafulmine della crisi dell'Eurozona anche in seguito ai diktat della Vigilanza Bce: nata per uniformare la...
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Sono stati sette anni «intensi e travagliati» a causa di fortissime turbolenze nelle quali Vegas è riuscito a gestire le varie vicende incastonatesi nella crisi dei subprime, amplificata successivamente da quella dell'Eurozona che in Italia negli ultimi anni ha fatto perdere «competitività rispetto alla Germania» e «ha sottoposto il sistema creditizio ad uno stress senza precedenti». Tra gennaio 2011 e aprile 2017 l'indice FtseMib è rimasto quasi invariato (+2,1%), mentre gli altri listini hanno beneficiato di rialzi a due cifre. L'Italia si leccava le ferite per l'incapacità a reagire, l'Europa approfittava «di una politica monetaria fortemente espansiva». Mentre non ha esitato a stigmatizzare lo zelo della Vigilanza Bce, Vegas non ha però mancato di riconoscere a Mario Draghi il merito di «aver scongiurato il rischio di disgregazione dell'area», concedendo «tempo per attuare le riforme necessarie ad adattarci alla moneta unica: questa opportunità non è però stata colta a pieno».
Tre le parole chiave per reagire: convergenza, stabilità e competitività. Completare le riforme, sottolinea Vegas, per «generare un ambiente favorevole agli investitori e allo sviluppo delle imprese». In più vanno assolutamente rilanciate le liberalizzazioni.
Tornando alle banche, Vegas ha bocciato il bail-in («il primo bilancio non può dirsi positivo») perché «addebita l'onere dei salvataggi a investitori, azionisti, obbligazionisti e risparmiatori-correntisti per depositi superiori a 100 mila euro». La sua attuazione con effetti retroattivi, intempestiva e troppo zelante, ha introdotto elementi distorsivi tanto che egli non esita a definirla «scelta infelice». Salutare sarebbe ora il correttivo per gli obbligazionisti «di una soglia di salvaguardia a 100 mila euro». Sempre riferendosi alle regole, Vegas ha chiesto un ripensamento anche sulla disciplina italiana sull'Opa, «che ha evidenziato problemi di asimmetria applicativa e mancanza di reciprocità». Quindi, rivolto all'Europa e pensando ai tanti casi transnazionali che hanno generato scontri: «Resta da definire, possibilmente su basi comuni, la questione della tutela delle imprese considerate di interesse strategico nazionale».
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Il Gazzettino