Istat, fine recessione vicina Ma la disoccupazione sale

Istat, fine recessione vicina Ma la disoccupazione sale
​«La fase di contrazione dell'economia italiana è attesa arrestarsi nei prossimi mesi, in presenza di segnali positivi per la domanda interna». Lo prevede l'Istat....

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​«La fase di contrazione dell'economia italiana è attesa arrestarsi nei prossimi mesi, in presenza di segnali positivi per la domanda interna». Lo prevede l'Istat. «Le condizioni del mercato del lavoro rimangono tuttavia difficili» con «tasso di disoccupazione in crescita».




«Nel complesso, l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana confermerebbe una sostanziale stazionarietà della crescita nel trimestre finale dell'anno», spiega sempre l'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana.




Niente vantaggi dal crollo delle quotazioni del greggio, almeno per l'Italia. È quanto emerge da «un esercizio di simulazione» riportato dall'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana. In generale,«la caduta del prezzo del petrolio produrrebbe un limitato effetto espansivo», sottolinea infatti l'Istituto di statistica. In particolare, l'effetto «per l'area dell'euro sarebbe stimato pari a 0,1 e 0,3 decimi di punto, rispettivamente, nel 2015 e 2016. Nel 2015, l'impatto sarebbe nullo in Italia e Germania e pari a 1 decimo di punto in Francia e Spagna». Anzi, fa presente sempre l'Istat, il calo dei prezzi dei prodotti energetici potrebbe accentuare «le spinte disinflazionistiche con un impatto negativo sulle aspettative. In questo contesto, i paesi maggiormente indebitati vedrebbero aumentare il costo reale del debito».



Il basso costo del petrolio avrebbe invece riflessi non trascurabili sul livello generale dei prezzi, la simulazione infatti indicherebbe, spiega l'Istat, «effetti sull'andamento dei prezzi piuttosto marcati». Per l'area euro, sottolinea, «la spinta disinflazionistica derivante dalla importazione dei prodotti energetici peserebbe sull'andamento dei prezzi al consumo già nella media del 2015 (per 4 decimi di punto rispetto allo scenario base), per poi quasi raddoppiare l'anno successivo».
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Il Gazzettino