Istat, produzione industriale crolla a novembre: -2,6% rispetto al 2017

Istat, produzione industriale crolla a novembre: -2,6% rispetto al 2017
A novembre 2018, l'Istat stima che l'indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell'1,6% rispetto a ottobre. Nella media del trimestre...

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A novembre 2018, l'Istat stima che l'indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell'1,6% rispetto a ottobre. Nella media del trimestre settembre–novembre 2018 il livello della produzione registra una flessione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. L'indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo nel comparto dell'energia (+1,0%); variazioni negative registrano, invece, i beni intermedi (-2,4%), i beni strumentali (-1,7%) e i beni di consumo (-0,9%). Corretto per gli effetti di calendario, sempre a novembre, l'indice è diminuito in termini tendenziali del 2,6% (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2017). Nella media dei primi undici mesi dell'anno la produzione è cresciuta dell'1,2% rispetto all'anno precedente.


«Il nuovo calo della produzione industriale rafforza il timore che il nostro Paese stia entrando ancora una volta in recessione». Così Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, commenta i dati Istat sulla produzione. «La conferma - spiega Quagliano - la si avrà soltanto il 31 gennaio quando verrà pubblicata la prima stima dell' Istat sulla crescita del Pil nel quarto trimestre 2018. Se al calo, già registrato nel terzo trimestre, seguirà un altro calo, come è molto probabile, il nostro Paese sarà nuovamente in recessione peraltro senza aver superato il livello massimo toccato a metà 2011 al termine della ripresa seguita al crollo generato tra il 2008 e il 2009 dalla grande crisi innescata dal fallimento di Lehman Brothers il 15 settembre 2008. Se effettivamente il dato del quarto trimestre confermerà che la tendenza positiva del Pil avviatasi dal 2015 si è nuovamente invertita, per l'Italia, unica tra le economie avanzate, la crisi iniziata nel 2008 assumerà un profilo non più a doppia V ma ancora più preoccupante». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino