Fotovoltaico, 542 impianti bloccati dalla burocrazia. La richiesta degli operatori del settore: «Più personale per smistare le pratiche»

Iter concluso soltanto per 10 progetti di nuovi siti da destinare alle rinnovabili

Fotovoltaico, 542 impianti bloccati dalla burocrazia. La richiesta degli operatori del settore: «Più personale per smistare le pratiche»
C’è un dato che spiega bene quanto lacci e vincoli della burocrazia riescano a pesare sullo sviluppo del Paese, talvolta fin quasi alla paralisi. Ed è il...

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C’è un dato che spiega bene quanto lacci e vincoli della burocrazia riescano a pesare sullo sviluppo del Paese, talvolta fin quasi alla paralisi. Ed è il numero degli impianti fotovoltaici che – da mesi – attendono di essere autorizzati dal ministero della Transizione ecologica e sicurezza energetica. Più di 500: per la precisione, 542. Un numero ancor più significativo se confrontato con il dato registrato a settembre, quando gli impianti a energia solare che aspettavano di ricevere il via libera da Roma erano “solo” 367. Invece di diminuire, insomma, in quattro mesi la pila di pratiche è cresciuta di oltre il 40 per cento. Un paradosso, l’ennesimo, tutto italiano. Perché mentre l’Europa spinge per diversificare le fonti di energia, cercando di ridurre la propria dipendenza dalle fonti fossili (e in particolare dal gas russo), e con un ampio capitolo del Pnrr dedicato proprio alla creazione di impianti di rinnovabili, i progetti – che pure ci sono – stentano a decollare. 

I RITARDI
La denuncia arriva dall’Alleanza italiana per il fotovoltaico, che riunisce alcuni tra i principali operatori nel settore delle rinnovabili. Un fronte animato da grande dinamismo, come testimonia la crescente richiesta di autorizzazioni. Non altrettanto dinamica sembra invece la risposta delle istituzioni. Che, quando va bene, arriva soltanto dopo mesi e mesi di attesa. I numeri, consultabili sul sito del ministero ed elaborati dall’Alleanza per il Messaggero, lo testimoniano. I progetti in attesa di un via libera, il 3 gennaio 2023, erano 542. Di questi, ben 215, più di un terzo, erano arenati nella primissima fase del procedimento, quella che tecnicamente viene definita di «verifica amministrativa». Altri 263, invece, sono fermi al gradino immediatamente successivo, quello (ancora preliminare) della «istruttoria tecnica». Un evidente «collo di bottiglia», secondo gli esperti del settore, in cui finiscono per intasarsi i quattro quinti delle richieste, che così rallentano il proprio iter. Non è un problema di buona volontà del ministero, riconoscono gli operatori delle rinnovabili. Ma, più semplicemente, di mancanza di mezzi e personale. Strumentazioni tecnologiche datate, supporti informatici con una capacità di calcolo troppo ridotta per consentire la “lettura” rapida dei progetti di nuovi impianti, pochi addetti per smistare le pratiche. Che così, si accumulano. 

Quando non ci si mette la tecnologia, sono i rimpalli a fare il resto. Perché accertata la regolarità del progetto, la palla passa alla commissione Pniec-Pnrr. Cioè l’organo di 70 commissari entrato in carica nel gennaio scorso con l’obiettivo di creare un canale preferenziale per i progetti delle rinnovabili legati ai fondi europei. La commissione ha spinto l’acceleratore ad aprile, quando sono stati nominati tutti i commissari. E fino a oggi ha dato quasi il 100% di pareri favorevoli. Ancora però non basta: ottenuto il via libera, serve infatti anche l’ok del ministero dei Beni culturali, che tramite le Soprintendenze deve valutare l’impatto paesaggistico delle opere. Ed è qui che si arena una parte dei progetti: 26 quelli attualmente “bloccati” in questa fase. Quando non si trova la quadra, la patata bollente passa sul tavolo di Palazzo Chigi, con la decisione demandata al Cdm (14 i progetti che attendono l’ok). Sei, sempre secondo i dati del Mite, sono gli impianti «in predisposizione di provvedimento», altri sei quelli i cui promotori hanno scelto di rinunciare ritirando la domanda. Soltanto dieci gli iter conclusi, anche se ancora si attende di conoscere l’esito della valutazione. 

SBUROCRATIZZARE
Ecco perché gli operatori del settore plaudono all’intenzione del governo di semplificare le procedure, a cominciare da quelle per le opere previste dal Pnrr. «Se confermato dai fatti, l’Alleanza accoglie con positività e ottimismo l’intenzione del governo di sburocratizzare il processo autorizzativo per le opere strategiche per il Paese, quali gli impianti fotovoltaici», dichiara il portavoce dell’Alleanza Andrea Cristini. «Come operatori, abbiamo sempre chiesto processi chiari e tempi certi. Da questo punto di vista, vediamo con soddisfazione che il dialogo avviato ad inizio legislatura sta iniziando a portare i suoi frutti. Anche il sapere che la Commissione Via (valutazione di impatto ambientale, ndr) potrà contare su un organico potenziato rappresenta una notizia positiva, verso un futuro con sempre meno emissioni, in linea con gli obiettivi europei e mondiali». 


 

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Il Gazzettino