Inaspettato stop alla trattativa sull' Ilva deciso dal ministro dello Sviluppo economico Calenda. «La proposta dell'azienda su salario ed inquadramento dei...
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Oggi presidi di lavoratori e sindacati allo stabilimento Ilva di Taranto. Le iniziative avvengono in concomitanza con lo sciopero di 24 ore, cominciato alle ore 7, indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb dopo la conferma dei 4 mila esuberi programmati (3.300 solo a Taranto). Iniziative di protesta anche a Genova, dove invece sono previsti 600 esuberi. Il governo ha garantito che non lascerà nessuno senza tutele, ma per i sindacati si parte da una base di confronto inaccettabile.
In giornata era previsto anche un vertice al ministero dello Sviluppo economico per discutere il piano dell'acquirente Am Investco (controllata dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal). L'incontro è stato però annullato. A far saltare il confronto, a quanto si apprende da fonti sindacali, è il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che ha comunicato ad Arcelor Mittal che «non è accettabile aprire il tavolo senza garantire le condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori». Il tavolo pertanto è annullato e l'azienda dovrà tornare al tavolo dopo un confronto con gli azionisti. Se ciò non avvenisse, il governo, avrebbe detto ancora Calenda, «sarebbe pronto a mettere in campo tutto quanto nelle sue prerogative per il rispetto degli impegni presi».
La delegazione dei vertici di ArcelorMittal «è rimasta sconcertata» dalla decisione presa dal Ministro Calenda di non aprire il tavolo. Lo riferisce una fonte vicina alla cordata Am InvestCo sottolineando che la decisione è stata «del tutto inattesa». La delegazione guidata dal Ceo della divisione europea Geert Van Poelvoorde e dal presidente e amministratore delegato di Am Invest Co Matthieu Jehl «si è presentata al Mise, in tutta buona fede, sperando di avviare una trattativa che possa però essere sostenibile da tutti i punti di vista, compreso quello economico».
«Il raggiungimento di un accordo con i sindacati di Ilva in un tempo ragionevole è importante affinché, una volta chiusa la transazione, possiamo iniziare a mettere in atto i nostri piani di investimenti».
La protesta ha visto presidi di lavoratori e sindacati davanti alle portinerie A, D, Tubifici e imprese dello stabilimento di Taranto. È previsto che gli operai convergano verso la direzione per un'assemblea. A preoccupare sono soprattutto le condizioni che dovranno essere accettate dai lavoratori che passeranno alle dipendenze di Am Investco.
Innanzitutto, fanno rilevare Fim, Fiom, Uilm e Usb, perderanno le garanzia dell'art.18 perché saranno riassunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act. Inoltre, così come evidenziato nel piano, non ci sarà alcuna «continuità rispetto al rapporto di lavoro» precedente «neanche in relazione al trattamento economico e all'anzianità». Ora toccherà ai sindacati trattare per riuscire a mantenere i livelli retributivi.
Assemblea alle 5 del mattino invece per i lavoratori dello stabilimento Ilva di Genova Cornigliano. A uno dei mezzi pesanti del corteo è stato appeso uno striscione: «In lotta senza paura per il lavoro e per Genova». Concetto ribadito dal segretario della Fiom Cgil genovese Bruno Manganaro: «Lottiamo per i lavoratori dell' Ilva e per Genova - ha detto Manganaro - per difendere i diritti del lavoro di quelli che ci sono oggi e per il futuro».
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Il Gazzettino