ROMA - I tavoli tecnici sono partiti. A tirarne le fila è, come ormai per tutte le partite economiche rilevanti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso...
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L'IMPEGNO
Il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, si è impegnato con la Commissione europea a contenere per il 2017, il deficit all'1,8%. Già oggi per mantenere questo impegno, è necessaria una manovra di almeno 8 miliardi coperta con tagli alle detrazioni e spending review, per disinnescare la parte di aumento dell'Iva legata alle clausole di salvaguardia e non coperta dalla flessibilità. Ci sono da aggiungere, poi, un altro miliardo per le pensioni anticipate tramite il prestito pensionistico, e altri soldi per prorogare la decontribuzione parziale di un anno ancora oltre agli aiuti alle famiglie. Il conto della manovra autunnale, insomma, partirebbe già gravato da una decina di miliardi. Il taglio delle tasse deve trovare risorse aggiuntive. Una delle ipotesi sul tappeto, è quella di far slittare di un anno il taglio dell'Ires ale imprese. La misura, che vale 3,6 miliardi, è stata inserita nella manovra dello scorso anno, ma la sua partenza è prevista nel 2017. Qualche altro soldo, poi, potrebbe essere recuperato da un nuovo programma di voluntary disclosure, l'emersione dei capitali detenuti illecitamente dagli italiani su conti esteri o nascosti nelle cassette di sicurezza delle banche. La misura, questa volta, non sarebbe «una tantum», ma verrebbe introdotta in maniera strutturale come regola costante. La nuova voluntary, secondo le stime, potrebbe portare tra uno e due miliardi l'anno. La somma a disposizione, tuttavia, non permetterebbe interventi shock. Così tra i tecnici si discutono altre possibilità. Come quella di un mini intervento nel 2017, attraverso la limatura di un solo punto delle aliquote al 27% e al 38%. Ma il beneficio sarebbe minimo, una decina di euro al mese in busta paga. Si rischierebbe l'effetto contrario. L'altra ipotesi, ventilata sempre da Renzi, è quella di rivedere il sistema fiscale. Una frase da interpretare, ma che potrebbe anche voler dire spostare una parte del prelievo dalle persone alle cose, come del resto chiede da tempo l'Ue. Tradotto, consentire un seppur parziale aumento dell'Iva. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino