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L'attacco russo all'Ucraina spinge in alto i prezzi di petrolio e gas. E il costo della benzina alla pompa prosegue la sua corsa. Le quotazioni non sono mai state così alte dal 2012 e i recenti rincari del greggio si tradurranno in una stangata da diverse centinaia di euro l'anno a famiglia.
NUOVA IMPENNATA DEL GREGGIO
Oggi il petrolio, dopo i primi colpi sparati nella notte dalle truppe russe contro l'Ucraina, è salito sui mercati europei sopra i 100 dollari, a quota 104 (+7,5%), per la prima volta dal 2014. Fra gli analisti c'è chi si spinge a prevedere nuove impennate, anche fino a 120-130 dollari al barile. Anche se ipotizzare in questo momento quale potrà essere il rialzo, prima di capire quale potrà essere lo sviluppo della crisi innescata dall'invasione russa dell'Ucraina, è molto difficile. Gli aumenti del barile comunque inevitabilmente si scaricheranno anche sul prezzo pagato dagli automobilisti per la benzina alla pompa. Anche se va tenuto conto che sulle quotazioni del carburante, oltre al costo della materia prima, incidono le spese di raffinazione, trasporto e distribuzione (e ovviamente le tasse, che in Italia sono fra le più alte).
LE QUOTAZIONI ALLA POMPA
Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana riferita ai prezzi di ieri, quindi che non tiene conto dell'ultimo balzo del petrolio, sono le medie dei prezzi praticati dai gestori: la benzina in modalità self sale a 1,859 euro/litro (il giorno prima 1,855), con i diversi marchi compresi tra 1,857 e 1,885 euro/litro (no logo 1,838).
L'AGGRAVIO PER LE FAMIGLIE
Secondo le associazioni dei consumatori i rialzi degli ultimi giorni dei carburanti alla pompa determinano maggiori costi per i rifornimenti pari a 400 euro annui a famiglia, e hanno effetti diretti sui prezzi al dettaglio di una
moltitudine di prodotti, sotttolinea Assoutenti. «Oggi un litro di benzina costa il 21,9% in più rispetto lo scorso
anni, mentre il gasolio vola al 23,9% - analizza il presidente Furio Truzzi -. Questo significa che un pieno costa in media 16,6 euro in più rispetto al 2021, con un aggravio di spesa di circa 400 euro a famiglia. A tali effetti diretti occorre aggiungere quelli indiretti sui prezzi al dettaglio, considerato che in Italia l'85% della merce viaggia su gomma».
«La corsa dei prezzi dei carburanti è ormai inarrestabile. Dall'inizio dell'anno, in poco più di un mese e mezzo, un litro di benzina è rincarato di 13 cent, +7,6%, pari a 6 euro e 52 cent per un pieno di 50 litri, 156 euro su base annua, un litro di gasolio è aumentato di oltre 13 cent, +8,6%, 6 euro e 85 cent a rifornimento, equivalenti a 164 euro annui», aggiunge Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
I SINDACATI CHIEDONO PREZZI AMMINISTRATI
Il sindacato dei benzinai Fegica Cisl chiede il ritorno ai prezzi amministrati. «Se il carobollette mette in ginocchio la produzione oltre le famiglie, il carocarburanti è in grado di produrre un ulteriore effetto domino sui prezzi alla distribuzione di ogni genere e, di conseguenza, sull'inflazione». Mettere sotto controllo i prezzi dei carburanti, afferma i lsindacato, «non è solo necessario, ma è possibile da subito. Il medesimo provvedimento governativo con cui si avviò la liberalizzazione dei prezzi dei carburanti prevede l'eventualità di un ritorno anche temporaneo al controllo "nel caso in cui si ravvisino comportamenti e manovre di natura speculativa" (Delibera Cipe 30.7.1991)». Ad avviso della Fegica «è difficile mettere in dubbio che si tratti di una situazione di emergenza, prevalentemente in conseguenza di manovre speculative, se è vero, come è vero, che i prezzi alla pompa salgono per effetto di quotazioni internazionali virtuali, in previsione di ciò che potrebbe accadere in futuro». Appare «evidente come da prezzi alla pompa fuori controllo, al momento ci guadagnino per lo più quella miriade di soggetti che, proprio grazie all'assenza di regole, hanno fatto ingresso nel settore e hanno portato con sé il risultato, certificato dalle Procure della Repubblica, del 30% di carburanti clandestini e 12 miliardi di mancato gettito erariale» conclude la nota.
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