«La prospettiva è che l'Eurozona resti a 19 e che altri paesi si aggiungeranno. Non c'è mai stato un ultimatum contro Atene». ...
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Lo dice il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker in una conferenza stampa nella sede dell'esecutivo europeo sulla vicenda Grecia.
«Sono rattristato dallo spettacolo che si è dato in Ue, la buona volontà è evaporata, egoismi e giochi tattici o populisti hanno avuto la meglio dopo tutti gli sforzi fatti, mi sento tradito perchè non si prende in considerazione gli sforzi personali e degli altri». «Mi sento tradito, ho fatto il possibile. Non merito tutte queste critiche».
Il governo greco «ha rotto unilateralmente le trattative» con le istituzioni creditrici, che «non è una partita a poker».
«Per me l'uscita della Grecia dall'Eurozona non è mai stata e non è un'opzione», continua Juncker ricordando che l'ingresso della Grecia nella Comunità europea avvenne nel 1982 e che all'epoca «fui felice perchè, riprendendo le parole di Giscard d'Estaing, non volevo vedere Platone giocare in seconda divisione».
«Devo chiarire alcuni punti del piano proposto dalle istituzioni: non ci sono tagli alle retribuzioni, nessuno deve dare impressione che ce ne siano, non era un'opzione mai messa sul tavolo, e nessun taglio alle pensioni, abbiamo proposto solo di modernizzare la griglia salariale del pubblico».
«Anche il governo greco riconosce che il sistema pensionistico non è sostenibile», chiarisce indicando che «si potrebbe cominciare eliminando gli incentivi per i pensionamenti anticipato». «Nel nostro piano non c'era stupida austerità».
«Non si tratta di giocare una partita di poker: qui o si perde o si vince tutti assieme».
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Il Gazzettino