Il Comandante generale della Finanza: «Danni enormi, giro di vite contro i pirati dei giornali»

L'inchiesta sui pirati dei giornali è partita già da alcuni mesi. E presto se ne vedranno i frutti. Un fenomeno esteso che attraversa il mondo delle...

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L'inchiesta sui pirati dei giornali è partita già da alcuni mesi. E presto se ne vedranno i frutti. Un fenomeno esteso che attraversa il mondo delle rassegne stampa e del web, ruotando attorno ad un concetto semplice: il furto di proprietà intellettuale che ha sottratto lettori e copie agli editori, minando il mercato editoriale e alterando la concorrenza.

Ne parliamo con Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza, impegnato in prima linea a reprimere il fenomeno.
Generale Zafarana, le indagini contro i pirati del diritto d'autore avviate dalla Guardia di Finanza stanno proseguendo da alcuni mesi. Siete già in grado di stimare il valore di questo business?
«Non è così facile stimare il valore del business illecito, sia perché le indagini di polizia giudiziaria sono tuttora in corso, sia perché, in generale, si parla di un fenomeno le cui dimensioni, investendo spesso il territorio virtuale, non si prestano a essere agevolmente perimetrate. Stime a parte, posso affermare che il danno generato ai ricavi delle case editrici e alle entrate erariali è ingente, determinato da un'evidente alterazione delle regole della concorrenza, in grado di produrre distorsioni del mercato ed effetti negativi anche in termini occupazionali. Considerate le dinamiche e l'entità del fenomeno, per certo nel 2020 intensificheremo le attività di contrasto».
Che cosa rischia chi viola il diritto d'autore colto in flagranza di reato? Anche gli utenti possono avere conseguenze penali?
«Chi illecitamente riproduce o diffonde contenuti editoriali tutelati da copyright rischia sanzioni di natura sia amministrativa che penale, graduate a seconda della tipologia della condotta illecita e della gravità del comportamento. E sono previste sanzioni amministrative anche per i fruitori finali dei prodotti editoriali diffusi illecitamente».
Quanto sono davvero efficaci queste sanzioni?
«La risposta sanzionatoria ha un indubbio effetto deterrente. Da sola, però, non basta. È indispensabile, infatti, che l'utente acquisisca piena contezza del disvalore sociale della propria condotta. Chi fruisce indebitamente di un prodotto editoriale - che si tratti di quotidiano, libro o rivista - compie un vero e proprio furto di un'opera dell'ingegno, pregiudicandone il capitale umano e finanziario che l'ha generata. Un comportamento inammissibile, in grado di compromettere la capacità del sistema editoriale, che garantisce la qualità e la libertà del diritto di espressione, di pensiero, del pluralismo dell'informazione, tutelati anche dalla Costituzione».
Come avete risolto il fatto che i server utilizzati dalla pirateria dell'informazione sono basati quasi sempre all'estero? Spesso in Paesi decisamente refrattari a qualunque forma di cooperazione?
«Chiunque può comprendere quanto sia tutt'altro che agevole sul piano repressivo il contrasto dell'uso illecito del web quando richiede un'efficace collaborazione internazionale. I siti internet costituiscono uno strumento attraverso il quale viene favorito l'incontro tra domanda e offerta di prodotti in genere, ma non è facile distinguere a prima vista quelli illegali. La mancanza di territorialità fisica degli illeciti rappresenta dunque un ostacolo in più».
Può dare un'idea dell'impegno della Guardia di Finanza nell'azione di contrasto agli illeciti in materia di copyright?

«Comprendendo anche i prodotti non editoriali, nel 2018 e nella prima metà del 2019 i nostri reparti hanno proceduto a oscurare più di 350 siti web e a denunciare all'autorità giudiziaria oltre 470 persone».
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Il Gazzettino