Giorgia Meloni a Pescara: «Auto elettriche? Follia non vendere più benzina e diesel nel 2035. Case green pensate da burocrati»

La premier: "L'elettrico viene prodotto da nazioni che non rispettano neanche lontanamente i vincoli ambientali"

Giorgia Meloni a Pescara: «Ci siamo battuti e intendiamo continuare a farlo, contro le follie ideologiche come quella di non vendere più auto a diesel e benzina nel...

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Giorgia Meloni a Pescara: «Ci siamo battuti e intendiamo continuare a farlo, contro le follie ideologiche come quella di non vendere più auto a diesel e benzina nel 2035. Così la presidente del Consiglio nel suo intervento alla conferenza programmatica di Fratelli d'Italia.

Giorgia Meloni, green ed elettrico: la sua idea

 

«Nessuno nega - ha concesso la premier - che l'elettrico sia una parte della soluzione per la decarbonizzazione dei trasporti» ma «io nego che possa essere l'unica perché sostenere il contrario è semplicemente un'idiozia. E diventa un'idiozia suicida quando lo si fa senza tenere conto che l'elettrico viene prodotto da nazioni che non rispettano neanche lontanamente i vincoli ambientali che vengono sottoposti alle nostre aziende, è suicida».

 

Sulle case green, la premier dice: «Idea pensata malissimo da burocrati chiusi nei palazzi di vetro, è una strada sbagliata quella imboccata dall'Europa». La direttiva? «Una direttiva pensata malissimo, senza tenere conto di alcuna specificità come se efficientare una casa di legno nella tundra finlandese fosse la stessa cosa di efficientare una casa in pietra in un borgo della Sicilia»

«Solamente dei burocrati chiusi in un palazzo di vetro possono immaginare una cosa del genere. Siamo riusciti a ottenere risultati molto importanti, come l'eliminazione dell'obbligo di avanzamento di una classe energetica da raggiungere in pochi anni, una mazzata che sarebbe costata mediamente tra i 40 e i 70mila euro ad abitazione. Per il momento lo abbiamo evitato, ora ogni governo avrà due anni di tempo per predisporre un piano nazionale per la riduzione delle emissioni inquinanti degli edifici. E sono due anni - ha assicurato - che noi intendiamo utilizzare per provare a cambiare una normativa che rimane ancora molto, troppo sbilanciata e che per essere ragionevole deve a monte rispondere a una banale domanda: chi paga? Perchè è la domanda alla quale non ha risposto nessuno finora e non hanno risposto perchè purtroppo la risposta era: i cittadini».

 

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Il Gazzettino