Il Governo segue la vicenda Vivendi-Mediaset. E «vigilia con attenzione» perché, anche se si tratta di un'operazione di mercato che «non coinvolge...
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Mentre si muove anche l'Agcom, affermando che il controllore di Telecom e di Mediaset non potrebbe essere lo stesso, e Vivendi dice che il suo ingresso nell'azionariato del Biscione non sarebbe «ostile», la scalata dei francesi al gruppo media resta anche al centro della politica. Con il Movimento 5 Stelle - al cui interno i toni sono comunque diversi - che definisce il Biscione non strategico e l'esposizione del governo a difesa della proprietà italiana «totalmente inappropriato».
Il 'time out' tra i contendenti, che stanno misurando le forze in campo e studiando le prossime mosse, è stato sancito anche dalla Borsa: dopo un boom del 56% dall'inizio degli acquisti di Vivendi e del 30% dalla loro ufficializzazione, l'ultima è stata una seduta di parziali realizzi su Mediaset in Piazza Affari, con un calo dell'1,55% a 3,56 euro e scambi elevati. Si è mossa bene Telecom (+3,66% a sfiorare quota 0,8 euro) sulle voci di possibili acquisti da parte della 'galassia Berlusconì per restituire il colpo al mondo Bolloré. In realtà Fininvest e dintorni non hanno intenzione di sprecare risorse su operazioni di disturbo, peraltro costosissime, ma di blindare il più possibile il controllo del gruppo televisivo. L'ipotesi è infatti quella dell'acquisto di azioni proprie da parte di Mediaset, che ha già un mandato da parte dell'assemblea, ma il problema è legale, in quanto l'operazione potrebbe venir giudicata come concerto con il 5% già acquistato nell'anno da Fininvest e quindi far scattare l'obbligo di Opa, che non vuole nessuno.
Tantomeno Vivendi, che potrebbe salire fino al 30% senza dover lanciare un'Opa, ma che per ora valuta gli effetti anche psicologici della sua mossa. Così da Parigi il gruppo francese dice all'ANSA che «per noi la partecipazione in Mediaset è strategica: certamente non è stato sollecitato, ma non è un atto ostile», spiega Vivendi. Che però potrebbe essere frenata, almeno sul piano 'politicò, dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: l'Agcom con una nota ha infatti specificato che «Telecom risulta il principale operatore nel mercato delle comunicazioni elettroniche, con il 44,7% del mercato prevalente delle Tlc, mentre Mediaset raggiunge una quota del 13,3% del Sistema integrato delle comunicazioni (Sic)», sottolineando che «questi dati evidenziano che operazioni volte a concentrare il controllo delle due società potrebbero essere vietate».
Prima avevano preso posizione sempre con un comunicato i deputati M5S della commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, criticando «un intervento dell'esecutivo a tutela di Mediaset quando lo stesso nulla fece contro l'aggressiva scalata di Vivendi a Telecom Italia, che invece era veramente strategica per il nostro Paese considerando l'infrastruttura di rete in suo possesso».
Il Gazzettino