Gas russo, quando l'Italia diventerà autonoma? Da Algeri ai rigassificatori, la (lunga) road map sino al 2025

Gas russo, quando l'Italia diventerà autonoma? Da Algeri ai rigassificatori, la (lunga) road map sino al 2025
Un occhio alla guerra. Un altro al calendario. Per fare a meno dei 29 miliardi di metri cubi di gas russo importati ogni anno, l'Italia ha bisogno di tempo. Il piano del...

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Un occhio alla guerra. Un altro al calendario. Per fare a meno dei 29 miliardi di metri cubi di gas russo importati ogni anno, l'Italia ha bisogno di tempo. Il piano del governo è pronto e c'è anche una data entro la quale sarà possibile emanciparsi del tutto dal metano che arriva dalla Siberia attraverso il gasdotto Tag: l'inverno del 2024. Il primo problema che però il Paese deve affrontare, è quello del prossimo inverno. Nessuna preoccupazione se l'Italia riuscirà a riempire i suoi stoccaggi, cioè le sue riserve, fino al 90%. Attualmente è ferma al 40%. Al ritmo attuale, 1,5 miliardi di metri cubi di gas iniettato negli stoccaggi, l'Italia ha bisogno che le forniture del gas russo non si interrompano almeno fino al mese di novembre. Arrivati a quel punto, l'inverno potrebbe essere attraversato con pochi sacrifici per i consumi delle famiglie italiane.

 

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Rischio inverno critico

Diverso il caso se le forniture russe dovessero fermarsi prima per la decisione di un embargo europeo (al momento più lontana) o per una interruzione legata al pagamento preteso in rubli da Mosca. In questo caso, come ha spiegato il ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani, il prossimo inverno sarebbe critico e sarebbe necessario chiedere ai cittadini e alle imprese importanti sacrifici. Il piano del governo nell'immediato, è basato su due pilastri: nuovi fornitori di gas e riduzione della domanda interna. Il governo ha già siglato una serie di contratti con nuovi fornitori di gas che, almeno in parte, garantiranno le loro forniture già nel secondo semestre di quest'anno. Innanzitutto c'è il contratto firmato da Eni con l'algerina Sonatrach. Garantirà a regime 9 miliardi di metri cubi di gas in più a partire dal 2023. Poi c'è il Tap, il gasdotto che arriva dall'Arzebaijan che contribuirà con altri 1,5 miliardi di metri cubi sin da subito.

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Urgenza rigassificatori

Vanno aggiunti 1,4 miliardi che arriveranno dallo sfruttamento di giacimenti nazionali già esistenti. E poi c'è l’incremento dell’importazione di GNL, il gas liquido, che arriverà grazie alla campagna ampia fatta in Qatar, Angola, Nigeria e Mozambico. Il problema di questo gas è che per essere utilizzato deve prima essere riportato allo stato gassoso. Servono dunque dei rigassificatori. Snam comprerà due navi, dei rigassificatori galleggianti, non stabili, perché devono durare solo il necessario (per circa 12 o 15 miliardi di metri cubi). Accanto alle navi sarà massimizzato l'uso dei terminali GNL già a disposizione (Panigaglia, Livorno e Rovigo), che, normalmente, vengono usati al 60 per cento (d’estate non funzionano molto), ma possono essere usati al 100 per cento, con circa 5 o 6 miliardi in più di metri cubi di produzione.

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Il secondo pacchetto che fa parte dei piano del governo riguarda la riduzione della domanda. Di questo pacchetto fa parte anche lo sviluppo di progetti rinnovabili off-shore e on-shore. Cingolani ha ricordato che in Italia ci sono 40 gigawatt di richieste di connessione per progetti off-shore e numerosi interventi di semplificazione o accelerazione per le rinnovabili. L'installazione di 8 gigawatt l’anno equivale, a regime, a un risparmio di 2,5 miliardi di metri cubi di gas.  Sono, inoltre, previste misure di contingentamento della domanda e di accelerazione dell’efficientamento energetico. Una stima prudenziale, fatta dal governo, è di circa 2 miliardi di metri cubi l’anno di risparmio che si ottiene prevalentemente riducendo la temperatura di un grado centigrado nel riscaldamento residenziale pubblico e privato o, equivalentemente, nell’innalzamento del condizionamento. Ovviamente queste misure saranno graduate in base alle esigenze. 

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Vediamo dunque quali sono i tempi previsti dal governo per l'autonomia dalla Russia. I nuovi contratti di differenziazione delle forniture del gas (Algeria, TAP e produzione nazionale) porteranno, dal secondo semestre del 2022, ad avere più 2 miliardi di metri cubi e arriveranno, in maniera progressiva, a circa 12 miliardi di metri cubi nel 2025. Le importazioni di GNL con nuovi contratti daranno, nel secondo semestre del 2022, circa un miliardo e mezzo di metri cubi in più, che arrivano a circa 13 nel 2025 (quindi, si tratta di curve che salgono progressivamente). Dunque nel 2025, quando dovremmo essere lontani da questa fase, avremo, sostanzialmente, 25 miliardi di metri cubi, che rimpiazzano i 29 attualmente importati dalla Russia.

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Il Gazzettino