Fisco, così cambia la riscossione di tassee multe non pagate

Fisco, così cambia la riscossione di tassee multe non pagate
Non sarà stata certo la cartella esattoriale da 2 mila euro recapitata a Matteo Renzi a far assumere la decisione, ma il destino di Equitalia appare ormai segnato. Era...

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Non sarà stata certo la cartella esattoriale da 2 mila euro recapitata a Matteo Renzi a far assumere la decisione, ma il destino di Equitalia appare ormai segnato. Era stato lo stesso premier, qualche giorno fa, a datare nel 2018 la morte della società pubblica di riscossione. Questo, ovviamente, non significa che gli evasori non verranno più inseguiti. Significa piuttosto che a svolgere questo compito non sarà più Equitalia, o quanto meno non lo sarà più nella configurazione attuale. E di certo non più con quel nome, diventato nell'immaginario comune sinonimo di ganasce fiscale e di pignoramenti di casa. La riscossione, secondo i progetti di riforma dei quali si ragiona tra Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia, dovrebbe finire sotto il cappello dell'Agenzia delle Entrate. Un percorso che richiederà del tempo e non pochi problemi operativi da risolvere. Oggi Equitalia è una società per azioni, partecipata al 51% dalla stessa Agenzia delle Entrate e per il restante 49% dall'Inps. Perché dunque la macchina della riscossione possa essere riassorbita da quella fiscale, sarà necessario che il Fisco ricompri la quota dell'Istituto di previdenza. Completato questo passaggio, la società potrebbe, come si dice in gergo, essere internalizzata.


 

LA STRETTOIA

Anche per questo step ci sono alcuni nodi da sciogliere. Il primo, il più rilevante, è quello che riguarda il personale. Attualmente i dipendenti di Equitalia hanno un contratto da bancari, con stipendi che sono in media più alti di quelli dell'Agenzia delle Entrate. Senza contare che per legge si può diventare dipendenti della Pubblica amministrazione soltanto attraverso un concorso pubblico. La seconda questione da chiarire è se la direzione della riscossione, come potrebbe essere ribattezzata Equitalia riportata nell'Agenzia, potrà andare a recuperare le tasse evase anche per soggetti diversi dal Fisco. Non è una questione secondaria. Attualmente la società guidata da Ernesto Ruffini, recupera i tributi per 6 mila Comuni, contribuendo a tenerli in piedi. E lo stesso lavoro lo fa anche per l'Inps, al quale ogni anno riesce a restituire qualche miliardo di contributi previdenziali non versati. In realtà, trasformare Equitalia in una direzione dell'Agenzia non risolverebbe i problemi. La riscossione continuerebbe ad essere effettuata e le storture, se non si migliora la qualità degli accertamenti, rimarrebbero. Così, in realtà, il piano del governo sarebbe di una portata più ampia rispetto alla semplice internalizzazione della società. A cambiare, insomma, sarà anche il sistema dell'Agenzia stessa, che dovrà trasformarsi in una sorta di casa del contribuente al quale dovrà fornire servizi di consulenza. In base ad uno dei decreti attuativi della riforma della Pubblica amministrazione, l'alta vigilanza e la nomina degli stessi vertici del Fisco, passeranno dal ministero dell'Economia a Palazzo Chigi. Potrebbe sembrare un passaggio formale, ma in realtà è di sostanza. Il ministero dell'Economia ha una più marcata attenzione al gettito fiscale, mentre la Presidenza del Consiglio potrebbe rivelarsi un arbitro più equilibrato nei confronti delle esigenze dei contribuenti. Per ora, comunque, è la stessa Equitalia che si sta muovendo verso un approccio più amichevole. Innanzitutto modernizzando le comunicazioni. Dal primo giugno le notifiche a professionisti e imprese avverranno solo tramite posta elettronica certificata. Poi dando la possibilità di pagare con più semplicità, anche dal tabaccaio o tramite gli sportelli postali. E poi presentando i piani di rateazione direttamente con le cartelle esattoriali. Oggi fino a 50 mila euro di debito è possibile ottenere senza grosse difficoltà una dilazione in 72 rate.

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Il Gazzettino