NEW YORK - È ufficiale. gli Stati uniti hanno fatto causa a Fiat Chrysler Automobiles per avere violato le leggi sulle emissioni Usa. Come si legge in un comunicato, il...
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La tesi è che quasi 104.000 veicoli con motori diesel a tre litri siano stati «attrezzati con un software della cui esistenza i regolatori non furono avvertiti durante l’iter delle certificazioni e che quei veicoli contengono defeat device», il software incriminato che la tedesca Volkswagen ha volutamente usato su 11 milioni di vetture nel mondo facendo esplodere uno scandalo costato oltre 20 miliardi di dollari. La Giustizia Usa sostiene che così facendo i sistemi di controllo delle emissioni dei veicoli Fca hanno potuto funzionare «diversamente, e meno efficacemente, durante certe condizioni di guida normali rispetto ai test federali sulle emissioni, risultando in un aumento delle emissioni di agenti inquinanti nocivi».
Fca è «contrariata dalla decisione» del Dipartimento di Giustizia americano di avviare l’azione legale sul dieselgate. La società «intende difendersi con forza, in particolare contro l’eventuale accusa che abbia deliberatamente tramato per installare impianti di manipolazione per aggirare i test sulle emissioni negli Stati Uniti». Lo afferma l’azienda in una nota. «Nonostante l’avvio della causa - si legge nella nota - la società continuerà a collaborare con l’Epa e il California Air Resources Board (Carb) per risolvere le preoccupazioni delle agenzie in modo rapido e amichevole». Fca ricorda di avere sviluppato «software di controllo delle emissioni aggiornati che ritiene risolvano le preoccupazioni dell’Epa e del Carb».
L’azienda spiega che ha formalmente depositato presso le autorità competenti la richiesta di certificazione delle emissioni diesel relative al 2017 per i modelli diesel Jeep Grand Cherokees e Ram 1500. Previa approvazione da parte dell’Epa e del Carb, Fca Us - si legge nella nota - intende installare i software di controllo delle emissioni aggiornate anche sui modelli del periodo 2014-2016. In questo modo le preoccupazioni delle due agenzie «sarebbero risolte».
Il Gazzettino