Draghi: ripresa più forte ma sostegno politica monetaria ancora necessario

Draghi: ripresa più forte ma sostegno politica monetaria ancora necessario
«La ripresa sta diventando sempre più solida e continua ad ampliarsi», la «disoccupazione è scesa al livello più basso dal 2009», la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«La ripresa sta diventando sempre più solida e continua ad ampliarsi», la «disoccupazione è scesa al livello più basso dal 2009», la fiducia di consumatori e imprese è salita. Ma «le pressioni sull'inflazione» e quelle domestiche dagli stipendi, sono ancora «insufficienti a sostenere una duratura convergenza sull'inflazione verso l'obiettivo di medio termine» e quindi «abbiamo ancora bisogno di condizioni del credito molto accomodanti». Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi parlando a Bruxelles al Parlamento europeo.


«Stiamo cominciando a vedere i primi segnali di una ripresa dell'inflazione» ma «l'inflazione sottostante è ancora sommessa», così come «la crescita degli stipendi», perciò «è ancora molto, molto presto per farci pensare di cambiare posizione sulla politica monetaria», ha sottolineato.

«Rimaniamo fermamente convinti che una quantità straordinaria di supporto alla politica monetaria è ancora necessaria per riassorbire l'attuale livello di risorse non utilizzate e perché l'inflazione rientri e si stabilizzi in modo duraturo intorno al 2% nel medio termine», ha sottolineato Draghi.

«Siamo pronti a sostenere le banche a riorganizzare le loro attività nella zona euro» in seguito alla Brexit, ma è «necessario che le banche si preparino in tempo», ha proseguito. «Molti dei rischi del processo di Brexit hanno a che fare con come il processo viene gestito, se viene gestito bene i rischi potrebbero non materializzarsi».

E poi: «È chiaro che mentre l'inflazione converge verso il nostro obiettivo e la convergenza diventa autosufficiente, i Paesi con alto debito e poca crescita affronteranno un conto degli interessi più alto. Servono quindi politiche di bilancio ma soprattutto politiche che aumentino la crescita».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino