L'insieme delle misure della prossima manovra «porterà un aumento della crescita all'1,5 per cento nel 2019 per arrivare all'1,6 e l'1,4 negli...
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La manovra, assicura il ministro, garantirà la «stabilità complessiva del sistema». È in queste tre parole, messe nere su bianco nella lettera a Bruxelles, che Tria racchiude il tentativo del governo di evitare una inedita bocciatura, con procedura d'infrazione e rischio di sanzioni, della prima legge di bilancio del governo M5s-Lega. A una settimana dal Consiglio dei ministri che formalmente l'ha approvata, la nota di aggiornamento al Def in serata è ancora attesa in Parlamento. Ma arriva la missiva di Tria, che chiede a Bruxelles di tenere un «dialogo aperto e costruttivo». Fonti Ue ribadiscono che il giudizio verterà sul 2019: il problema resta l'asticella del deficit fissata al 2,4%. Ma il ministro, che assicura di parlare a nome di un governo «compatto e fiducioso», spiega che la manovra si baserà su una «strategia di crescita» che porterà il Pil all'1,5% nel 2019, all'1,6% nel 2020 e all'1,4% nel 2021.
A testimoniare le difficoltà dell'esecutivo, c'è però il ritardo con cui il Def si compone. A una settimana dal Consiglio dei ministri, dopo tre vertici di governo, due feste pentastellate e numerose dichiarazioni alla stampa, a tarda sera manca ancora il testo del documento. E prosegue la guerra di cifre tra M5s e Lega sulle cifre che saranno stanziate per le misure chiave della manovra, in una continua rincorsa di numeri e smentite. Tanto che nei corridoi delle Camere si rincorrono le suggestioni di parlamentari di maggioranza e opposizioni preoccupati che il deflagrare dello scontro possa portare a realizzare l'auspicio di Silvio Berlusconi: «La fine prossima del governo e il voto».
Ci prova Giuseppe Conte a dare un'immagine di solidità: «Avanti con il coraggio di sostenere le proprie azioni, il cambiamento non va temuto», dichiara da Assisi ispirandosi a San Francesco. Il premier difende «l'equità» portata da una manovra che garantirà «il reddito di cittadinanza a 5 milioni» di poveri e invita anche le «istituzioni europee a essere più populiste» per colmare «la frattura» che si è creata con i cittadini. L'idea che alla base della manovra del governo ci saranno le «reali esigenze dei cittadini e delle imprese, tenendo conto del ruolo delle Istituzioni», viene ribadita anche da Tria nella lettera all'Ue.
Il ministro, che una settimana fa sembrava a un passo dalle dimissioni in dissenso sul Def (Di Maio nega però ancora oggi l'idea di un rimpasto), si prepara alla trattativa con Bruxelles correggendo le parole bellicose dei suoi vicepremier e spiegando che «non ci si può offendere» se la commissione chiede di rispettare le regole.
Poi Trianella sua lettera all'Ue sostiene che il deficit sarà sì al 2,4% nel 2019 ma scenderà al 2,1% nel 2020 per chiudere all'1,8% del 2021. Se si combinano questi dati con la crescita stimata del Pil, il governo assicura la discesa del debito, sostenuta soprattutto da «maggiori risorse per gli investimenti pubblici e privati».
«Non faremo marcia indietro» anche se lo spread continua a salire, dichiara Matteo Salvini. Ma i timori per l'andamento dei mercati e il giudizio, a fine mese, delle agenzie di rating, non viene celato, soprattutto tra i 5 stelle. Preoccupati anche dal fatto che sulle misure - e le relative risorse - prosegua il braccio di ferro con la Lega, che non ha mai nascosto le sue perplessità di pensioni e reddito di cittadinanza («Creerà un buco nero nel bilancio», attacca dal centrodestra Berlusconi). E così in mattinata, non appena Salvini afferma in tv che per il reddito ci saranno 8 miliardi, il M5s con Stefano Buffagni ribatte che saranno 10. I pentastellati fanno anche girare una tabella in cui per 'quota 100' sulle pensioni vengono stimati 5 miliardi. «Ce ne saranno 7», replica Massimo Garavaglia.
Comunque per il reddito di cittadinanza i miliardi saranno 10, chiosa a più riprese Luigi Di Maio, che stima una crescita «anche oltre» l'1,6% e annuncia «tagli alla spesa militare e agli armamenti». Mentre Salvini aggiunge al lungo elenco di impegni «l'aumento delle pensioni di invalidità, il quoziente familiare e un contributo alla natalità».
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Il Gazzettino