I nodi, tecnici e politici, si sono rivelati difficili da sciogliere. Il decreto crescita, che pure secondo gli stessi calcoli del governo contribuirà al Pil di...
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Ci sarà anche una riapertura del bonus aggregazioni, una misura il cui scopo è favorire la crescita dimensionale delle imprese. Tutti gli sconti e le agevolazioni introdotte con il decreto troveranno copertura finanziaria dall’eliminazione della cosiddetta “mini-Ires”, l’applicazione di un’aliquota ridotta al 15% per le imprese che effettuano assunzioni o investimenti aggiuntivi rispetto a quelli programmati. Si tratta di una norma che Lega e Movimento Cinque Stelle avevano introdotto con la legge di Bilancio ma che si è dimostrata troppo complicata da attuare. Tesoro e Palazzo Chigi avrebbero voluto fare di più. Avrebbero, cioè, voluto destinare più risorse alla crescita attingendo altri 600 milioni dal “tesoretto” che si sta materializzando nelle casse dello Stato per le richieste inferiori alle attese sia per il Reddito di cittadinanza che per il prepensionamento con Quota 100. Ma su questo Lega e Cinque Stelle non si sarebbero trovati d’accordo. I grillini avrebbero voluto pescare tutti e 600 i milioni da Quota 100, mentre la Lega, che pure è consapevole che quei risparmi ci sono, vorrebbe riservarli al sistema pensionistico per la “fase 2” della riforma, quella che dovrebbe introdurre il pensionamento «Quota 41», cioè la possibilità di lasciare il lavoro a qualsiasi età avendo versato contributi per 41 anni.
Nel decreto crescita arriva poi, la soluzione definitiva per i risparmiatori rimasti coinvolti nei crac delle banche. Il salva-truffati prevede, come chiesto dal Tesoro, il doppio binario. I rimborsi saranno del 95% per gli obbligazionisti e del 30% per le azioni. La soglia dei rimborsi sale a 200 mila euro. Per chi ha redditi inferiori a 35 mila euro e un patrimonio non superiore a 100 mila euro, la procedura sarà rapida. Per tutti gli altri ci dovrà comunque essere il vaglio di una commissione tecnica che verifichi l’aggiramento delle regole nella vendita dei prodotti. Un modo per evitare che Bruxelles possa bocciare le norme inserite nel provvedimento.
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Il Gazzettino