PADOVA - L’emergenza Coronavirus sta rovesciando il mondo. E non è esattamente un modo di dire se tocca alle organizzazioni sindacali, solitamente impegnate nella...
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LE VERTENZE Un autentico braccio di ferro è quello ingaggiato dalla Carel di Brugine. La proprietà, rappresentata dall’ex presidente degli industriali Luigi Rossi Luciani, non ha alcuna intenzione di sospendere l’attività. I lavoratori non vogliono però sentire ragione, anche alla luce del numero di contagi verificatisi in azienda. Ieri hanno scioperato compatti ottenendo l’appoggio degli impiegati in smart working, a sottolineare la necessità di ottenere la completa tutela delle maestranze. Trattativa ad oltranza anche alla Antonio Carraro di Campodarsego, dove è forte la preoccupazione degli operai per il diffondersi del contagio. Dal canto suo l’azienda insiste in una differente interpretazione del decreto legge indicando come “necessaria” la sua produzione. Ma il caso più spinoso è quello della Maschio Gaspardo. Anche quella dell’azienda di Campodarsego – secondo il sindacato – è un’attività non essenziale, vista la produzione di materiale da esportazione. “La Maschio Gaspardo – spiega Loris Scarpa, segretario generale Fiom Cgil - sta giocando una propria partita specifica rispetto al rapporto con le banche. Sicuramente all’interno dell’azienda non ci sono mascherine per tutti e non è stato ancora fatto un accordo per la gestione dell’emergenza Covid-19 visto che hanno avuto solo la visita ispettiva dello Spisal, senza arrivare alla piena applicazione del protocollo del 22 marzo. Queste deroghe fanno male ai lavoratori e all’interesse complessivo del Paese». Lo sciopero ha ottenuto un’adesione altissima nella giornata di ieri. I sindacati lo ripeteranno oggi e domani, anche a fronte dei casi di positività al Coronavirus registrati in tutti gli stabilimenti del gruppo.
NELLE ALTRE AZIENDE
In tutte le altre aziende della provincia non si sono registrati momenti di tensione.
Il Gazzettino