Spuntano quasi come funghi. Al posto di gelaterie, erboristerie e vecchie botteghe artigianali: sono i compro-oro. Per aprirli basta una semplice licenza per commercio in oggetti...
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Attualmente la situazione è quasi da Far-west: difficilissimo anche un semplice censimento. La relazione di accompagnamento al decreto legislativo cita stime dell'Aira (Associazione italiana responsabili anticiriclaggio) e dell'Anopo (Associazione nazionale professionali oro): i compro-oro sarebbero circa 28.000, con un giro di affari «probabilmente sottostimato» tra i 7 e i 12 miliardi di euro. Solo negli ultimi anni - ha detto in audizione Antonio Catricalà, presidente dell'Organismo degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi (Oam), al quale verrebbe affidato il nuovo registro dei compro oro - «sarebbero nati 20.000 nuovi esercizi». All'Albo professionale Oro della Banca d'Italia, però, risultano solo 346 imprese.
LE NUOVE REGOLE
Il decreto prevede per le imprese, diverse dalle banche, l'obbligo di iscrizione a un apposito registro dei compro-oro. Potrà farlo solo chi ha la licenza per l'attività in materia di oggetti preziosi. I clienti dovranno essere identificati in base alle norme antiriciclaggio. Per ogni oggetto deve essere compilata una scheda numerata progressivamente, con foto e descrizione qualitativa dell'oggetto stesso, data e ora dell'operazione, importo corrisposto e mezzo di pagamento utilizzato, oltre che i dati identificativi del cliente/venditore. Se la cifra è pari o superiore a mille euro, non sono consentiti i contanti. Queste schede devono essere conservate per 5 anni e i compro-oro hanno l'obbligo di segnalare operazioni sospette. Pesanti le sanzioni previste: reclusione da 6 mesi a 4 anni e multa da 2.000 a 10.000 euro in caso di esercizio abusivo dell'attività; fino a 10.000 euro di sanzione se non si identifica il cliente; fino a 50.000 se non viene segnalata l'operazione sospetta. Previsto il raddoppio delle sanzioni nel caso di violazioni gravi e ripetute.
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Il Gazzettino