CASTELFRANCO V. (Treviso) - Manager veneti che lavorano in giro per il mondo ce ne sono tanti, alcuni hanno fatto fortuna, altri hanno contribuito alle fortune altrui. Mauro...
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«In effetti sono appena arrivato, ma da Shanghai con volo via Ho Chi Minh - esordisce il fondatore dello studio legale e tributario Giacomazzi & Partners - regolarmente impegnato fra gli studi Castelfranco, Cina e Vietnam». La sua G&P conta in effetti 3 sedi estere - in Cina la più grande - oltre a partnership con studi presenti in mezzo mondo.
Detta così, sembra un operatore del settore turismo, invece realizza i "sogni" degli imprenditori del Nordest che si aprono al mercato globale. «Ci occupiamo da 15 anni di assistenza nella costituzione, gestione e fiscalità internazionale di società. Ma anche di pianificazione di modelli economici per i principali settori di business. Spesso la creazione di società di diritto straniero è condizione per lo sviluppo del business. Lo studio conta decine di professionisti suddivisi fra le varie sedi, sia dottori commercialisti che avvocati, molti ovviamente di madre lingua cinese».
Ma ha creato tutto questo da solo?
"Quando a 29 anni lasciai il posto da dipendente nella multinazionale in cui lavoravo (sede a Padova, ma sempre in giro per l'Asia, ndr), mio padre non mi parlò per una settimana, gli pareva folle che mi mettessi in proprio quando prendevo di stipendio il triplo di lui che era impiegato con 30 anni d'anzianità. Poi, una volta diventato dottore commercialista, con l'esperienza maturata e collaboratori capaci ho creato il mio studio come da sempre immaginato, Giacomazzi & Partners".
Il “made in Italy” continua a essere molto apprezzato in Asia?
“Devo proprio dire di sì come confermano anche i molti investitori cinesi che, una volta trovato il partner italiano giusto, chiedono spesso di acquistare quote di minoranza delle nostre società per quel nuovo modello di business che anche le aziende del Nordest dovrebbero ormai aver capito”
E che invece…? «Qualche imprenditore, per fortuna sempre meno, pensa ancora che l’economia sia quella degli anni 80 o 90, modelli ormai superati e preistorici. Per competere oggi occorre strutturarsi all'estero e creare compartecipate con i propri partners o società ad hoc che possano muoversi in autonomia”
Ma il messaggio per i nostri imprenditori è di speranza? L'incombere del "Trumpismo" potrebbe creare problemi? «Il neo presidente Usa Trump è un liberale e come tale lascerà ai privati ampia libertà di azione a patto che sappiano come muoversi. Noi cerchiamo proprio di aiutare chi vuole operare sui mercati internazionali, in particolare asiatici, anche per la definizione dei piani industriali a supporto. L'ultima frontiera è il Vietnam che permette ancora di produrre con buoni livelli qualitativi a prezzi che ormai la Cina, per fare l'esempio più eclatante, non è più in grado di mantenere»
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Il Gazzettino