Tasi già più cara. Verso un aumento delle aliquote massime

Fabrizio Saccomanni
Per le tasse sulla casa il 2014 si apre come si era chiuso il 2013: nella totale confusione di un infinito cantiere. La Tasi non ha ancora fatto il suo debutto che già si prepara...

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Per le tasse sulla casa il 2014 si apre come si era chiuso il 2013: nella totale confusione di un infinito cantiere. La Tasi non ha ancora fatto il suo debutto che già si prepara ad essere modificata di nuovo. Ed anche di corsa. Il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, ha annunciato che già la prossima settimana il governo potrebbe presentare un emendamento al decreto che ha cancellato la seconda rata Imu e rivalutato le quote della Banca d’Italia per ritoccare le aliquote della nuova tassa sulla casa e permettere ai Comuni di colmare il buco da 1,5 miliardi di euro che secondo i sindaci sarebbe causato dal nuovo prelievo. Dunque l’aliquota base della Tasi rischia già di essere rivista. Ovviamente al rialzo. La legge di Stabilità ha fissato un tetto al 2,5 per mille per il prelievo sulle prime case e al 10,6 per mille sulle seconde. I Comuni spingono per portare l’aliquota sull’abitazione principale al 3-3,5 per mille e quella sulle altre abitazioni all’11,6 per mille. In cambio promettono di aumentare le detrazioni in modo tale da esentare gli stessi proprietari di prime case che già non pagavano l’Imu. Ma si tratta per ora, appunto, solo di una promessa, perché la norma che sta scrivendo il governo non introdurrà uno sconto nazionale fisso per tutti i contribuenti, lascerà invece ai sindaci la facoltà di prevederlo.




LE SECONDE CASE

Per le altre abitazioni, invece, quello che si preannuncia nel caso in cui l’emendamento dovesse effettivamente essere introdotto, sarebbe un vero e proprio salasso. La maggior parte dei Comuni ha già portato l’aliquota fino al massimo oggi consentito del 10,6 per mille, dunque il nuovo rincaro sarebbe praticamente certo. E in questo caso non ci sarebbero detrazioni.



Tra il nuovo ritocco all’insù della Tasi e la presentazione la prossima settimana in Senato dell’emendamento governativo, ci sarebbe però ancora un problema ”politico”. Alla misura starebbe lavorando, come detto, il sottosegretario del Pd Pierpaolo Baretta, ma non sarebbe stata ancora raggiunta un’intesa con l’altra anima della maggioranza che sostiene Letta, ossia il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. E non è detto che la strada sia in discesa. L’aumento al 3,5 per mille dell’aliquota sulle prime case, comprese le detrazioni, porterebbe la nuova imposta pericolosamente vicina all’impostazione della vecchia Imu, la cui abolizione è stata uno dei punti centrali dell’accordo di governo. Senza contare che sulle altre abitazioni la nuova Tasi si tradurrebbe semplicemente in un’Imu maggiorata. Non solo. Se fosse confermata, come prevede la legge di stabilità, la validità soltanto per un anno, il 2014, del tetto all’aliquota sulla prima casa, per il prossimo anno si rischierebbe un maxi prelievo anche per le abitazioni principali.



LE SCADENZE

C’è poi da considerare che tra qualche giorno, il 24 gennaio, i contribuenti saranno chiamati alla cassa per pagare quel che resta della vecchia Imu. Alla fine dello scorso anno il governo non è riuscito a trovare i soldi necessari a coprire completamente l’azzeramento della seconda rata della tassa, lasciando a carico dei contribuenti 440 milioni di euro. In tutti i Comuni (e sono 2.500 in tutto) dove le amministrazioni hanno applicato sulle prime case aliquote superiori a quella base del 4 per mille, il 40% della differenza dovrà essere versato dai proprietari. Solo per fare un esempio, se il Comune ha portato l’aliquota al massimo consentito, il 6 per mille, per un’abitazione con rendita di 500 euro, la mini-Imu peserebbe per 67 euro. Archiviata l’Imu quando andrà versata la nuova Tasi? Nelle prime versioni della Legge di Stabilità era previsto che il primo appuntamento alla cassa fosse per il 16 di gennaio, in quanto il tributo era stato suddiviso in quattro rate.



Ma nei vari passaggi parlamentari il provvedimento ha subito numerose modifiche. L’ultima prevede che a stabilire le date di pagamento della Tasi siano gli stessi Comuni, consentendo, spiega la versione finale della manovra «almeno due rate semestrali». E almeno che nell’infinito cantiere delle tasse sulla casa non spuntino altre novità anche su questo fronte. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino