OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ROMA - Ancora pochi giorni. Poi il Fisco tornerà a bussare alla porta dei contribuenti. Venerdì scade una delle tante moratorie decise dal governo durante la fase più acuta della pandemia: quella delle cartelle fiscali. E su cittadini e imprese rischia di abbattersi una vera valanga. Nei cassetti dell'Agenzia delle Entrate - Riscossione, come oggi si chiama la ex Equitalia, ci sono giacenti quasi 9 milioni di cartelle esattoriali. Circa 6,6 milioni sono quelle che sono state sospese tra marzo ed agosto. Nell'ultimo mese e mezzo, ossia a settembre e ottobre, ne sono state congelate altri 2,3 milioni. Vanno poi aggiunte altre 1,2 milioni di cartelle derivanti da multe stradali. Durante la conversione del decreto agosto si era ragionato sulla possibilità di allungare di qualche altra settimana il blocco della riscossione, ma la misura avrebbe avuto un costo di 75 milioni che non è stato possibile trovare nelle pieghe del bilancio.
Consapevole delle difficoltà in cui si trovano le imprese e i cittadini a causa della crisi economica dovuta alla chiusura delle attività, nei giorni scorsi il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha dato indicazione all'Agenzia delle Entrate - Riscossione, di utilizzare «gradualità» nell'invio delle cartelle. Una moral suasion che avrebbe prodotto i suoi effetti. I 9 milioni di atti esecutivi conservati nei cassetti della ex Equitalia non partiranno tutti insieme, ma l'invio sarà scaglionato su un arco di sei mesi. Secondo quanto si apprende da fonti tecniche, il criterio che verrà seguito sarà «cronologico». Si partirà dunque, dalle cartelle di marzo. Dal 16 ottobre in poi saranno le prime ad essere spedite ai contribuenti. Poi toccherà a quelle di aprile, di maggio e dei mesi a seguire. Lo scaglionamento, insomma, permetterà di non spedire tutti e nove i milioni di atti insieme, ma di limitare gli invii a 1,5 milioni in media al mese. Ma l'effetto comunque, sarà destinato a farsi sentire. Anche perché le cartelle scongelate andranno a sommarsi alle altre ordinarie, quelle che si formano di mese in mese. Nelle settimane scorse si era parlato anche della possibilità di una nuova rottamazione, dopo le tre varate negli ultimi anni. Anche magari legandola alla riforma fiscale complessiva che il governo si era impegnato a fare. L'IPOTESI La riforma, tuttavia, è stata per il momento accantonata e rimandata al 2022.
Il Gazzettino