Borse, l'Europa frana, bruciati 80 miliardi Ue: l'Italia acceleri le riforme

Borse, l'Europa frana, bruciati 80 miliardi Ue: l'Italia acceleri le riforme
ROMA - Ennesima giornata nera per le borse europee che oggi hanno bruciato 80 miliardi, chiudendo la peggior settimana dal novembre 2008. Con il calo dell'1,66% dell'indice Dj...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - Ennesima giornata nera per le borse europee che oggi hanno bruciato 80 miliardi, chiudendo la peggior settimana dal novembre 2008. Con il calo dell'1,66% dell'indice Dj stoxx 600, l'Europa ha 'bruciato" 80 miliardi di euro di capitalizzazione, al termine di una seduta caratterizzata da violente oscillazioni, panico e speranze di ripresa, quando i mercati erano riusciti a portarsi in territorio positivo. Nel finale, però, in concomitanza con l'apertura negativa di Wall Street, tutte le principali piazze d'Europa sono scivolate e hanno chiuso in perdita. Chiusura contrastata a Wall Street, dove il Dow Jones sale dello 0,53%, mentre il Nasdaq scende dello 0,94% e lo S&P perde lo 0,06%. Il tutto in una giornata in cui l'Istat ha comunicato la frenata del pil italiano e il calo della produzione.




Alla chiusura, Londra ha ceduto il 2,71%, Francoforte il 2,78%, Parigi l'1,26%, Madrid -0,18% e Lisbona -1,2%. A Milano, dove hanno ripreso quota le banche, perdita contenuta allo 0,70% per il Ftse Mib e allo 0,96% per il Ftse All Share: risultati comunicati in fortissimo ritardo, visto che in chiusura di seduta si è registrato il secondo blocco consecutivo, dopo quello di ieri, comunicato dalla Borsa italiana.



Nel secondo trimestre 2011 il pil è cresciuto dello 0,3% sul trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre 2010. Lo comunica l'Istat. Nei trimestri precedenti la crescita era stata dello 0,1% su base trimestrale e dell'1% su base annua. Il risultato rispetto al trimestre precedente è la sintesi di un calo del valore aggiunto dell'agricoltura che cresceva invece nei due trimestri precedenti. Aumenta invece il valore aggiunto dell'industria e dei servizi. La crescita acquisita finora (quella che si avrebbe se la variazione congiunturale nei prossimi trimestre fosse uguale a zero) è dello 0,7%. Il governo per l'intero 2011 ha previsto un incremento dell'1,1%.



La produzione industriale ha segnato invece a giugno un calo dello 0,6% rispetto a maggio. Lo comunica l'Istat aggiungendo che rispetto a giugno 2010 la produzione è aumentata dello 0,2%. In sei mesi l'aumento è del 2%.



Borse a picco, poi in altalena, finale in negativo. Nuova giornata in negativo per le borse europee. Dopo la picchiata di giovedì, a Piazza Affari l'indice Ftse Mib aveva aperto con un calo del 3%. Le vendite si erano subito dopo rapidamente accentuate e l'indice è arrivato a perdere fino al 4%. Poi il listino ha recuperato fino a tornare in territorio positivo.



L'avvio era stato disastroso anche per le altre piazze, sulla scia dei tonfi accusati nella notte da Wall Street e questa mattina dai mercati asiatici. Parigi in apertura accusa uno scivolone del 6,4%, poi recupera. Contrastate e incerte le altre piazze, anche se nel pomeriggio dopo il dato sulla disoccupazione Usa (in calo dal 9,2 al 91,%) risalgono. Nella notte erano andate giù pesantemente anche le borse di Tokyo e Hong Kong. A pesare sui mercati la combinazione delle preoccupazioni sulla fragilità della ripresa statunitense e la crisi dei conti pubblici dell'Eurozona.



Ancora tensione altissima anche sui titoli di Stato. Il differenziale fra Btp decennale e Bund, ha sfondato stamani quota 400, portandosi fino a 414 punti, per poi ripiegare. Il tasso del Btp decennale ha superato quello dei Bonos spagnoli per la prima volta da aprile 2010. Il rendimento del decennale italiano è arrivato al 6,23%, mentre quello dei titoli spagnoli è calato al 6,18%. Si conferma il sorpasso dello spread dell'Italia rispetto alla Spagna: il differenziale Btp-Bund è intorno a 390 punti, mentre quello della Spagna con il Bund si è ridotto a 386.



L'Italia deve accelerare le riforme: lo ha chiesto oggi il commissario Ue all'economia Olli Rehn che ha aggiunto: «Serve la collaborazione con le parti sociali per varare misure coraggiose senza ritardo». «Il governo italiano deve accelerare il piano di riforme per il consolidamento dei conti affinché abbia un impatto già sul bilancio dell'anno prossimo», ha rimarcato Rehn, che ha giudicato «importanti» le riforme annunciate dall'Italia. Secondo il commssario inoltre Italia e Spagna non avranno bisogno di alcun piano di salvataggio. «Le tensioni di questi giorni - ha insistito Rehn- non sono giustificate per l'Italia e non sono giustificate per la Spagna. Questi cambiamenti drammatici sui mercati sono incomprensibili, i fondamentali dell'economia spagnola o di quella italiana non sono cambiati in una notte».



«Entro settembre deve essere operativo l'accordo del 21 luglio: così potremo rassicurare gli investitori», ha poi sottolineato Rehn, riferendosi all'accordo tra i leader dell'Eurozona sul fondo di salvataggio. «I mercati non hanno reagito come speravamo e ci aspettavamo all'accordo raggiunto il 21 luglio tra i leader della zona euro», ha continuato il commissario. Per il commissario l'aumento «degli spread non è giustificato dai fondamenti economici» dei Paesi colpiti.



La Bce ieri è intervenuta acquistando bond portoghesi e irlandesi e dando liquidità alle banche, ma lasciando invariati i tassi. La crisi del debito avanza quindi sempre più rapidamente, dalla periferia della zona euro arriva a minacciare il cuore del Vecchio continente e ieri ha spinto la Bce ad intervenire con acquisti di bond e liquidità supplementare alle banche dalla prossima settimana. Ma nemmeno questo è servito a calmare l'incendio sui mercati. Non più solo Italia e Spagna nel vortice del rischio contagio, ma anche la Francia assiste all'impennata degli spread.



Nicolas Sarkozy discuterà oggi della crisi dell'eurozona in telefonate con il cancelliere tedesco Angela Merkel e il primo ministro spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero. Lo ha annunciato l'ufficio del presidente francese, che si trova in vacanza nel sud della Francia, precisando che Sarkozy ieri e l'altro ieri ha avuto due colloqui telefonici con il presidente della Bce sulla «situazione dei mercati».



Disoccupazione Usa in calo. L'economia statunitense ha creato a luglio 117.000 posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 9,2% al 9,1% contro la previsione di un dato invariato. Ma il calo si deve all'aumento degli scoraggiati: dalla statistica emerge infatti che sono 193.000 gli americani che hanno rinunciato a cercare un'occupazione e il numero dei disoccupati è così diminuito di 156.000 unità. La percentuale di popolazione attiva è pertanto scesa al 58,1%, il livello più basso dal luglio 1983.



Oggi il belga Luc Coene, componente del Consiglio direttivo della Bce, non esclude che possa essere fatto un acquisto di titoli di Stato italiani o spagnoli da parte dell'Eurotower, a condizione che i Paesi in questione facciano prima gli sforzi necessari. «Lo abbiamo già fatto nel caso della Grecia. Non vedo perchè ci dovrebbe essere un veto contro questa possibilità», ha dichiarato il governatore della Banca nazionale del Belgio parlando a Rtbf 1.



«La Bce è pronta a fare degli sforzi importanti ma serve prima di tutto che i Paesi facciano la loro parte altrimenti gli interventi (della Bce) non hanno alcun effetto», ha aggiunto, rispondendo ad alcune domande su possibili acquisti di obbligazioni statali italiane o spagnole. «Noi abbiamo comprato debito ieri, ma chiaramente non ha aiutato», ha continuato il governatore Coene, spiegando che «la Bce può dare un aiuto ma i politici devono prima prendere delle decisioni» soprattutto in materia di finanze pubbliche. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino