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Si chiude quella che per il bonus vacanze è stata un’estate nera. Tra luglio e agosto l’incentivo prodotto dal precedente governo è stato sfruttato da circa 300 mila famiglie, la metà rispetto a quelle che lo avevano richiesto (e speso) nello stesso periodo dello scorso anno. La misura avrebbe dovuto garantire un gettito agli operatori del turismo di poco superiore agli 800 milioni di euro complessivi (inizialmente dovevano essere addirittura 2 miliardi ma in un secondo momento l’asticella è stata abbassata sensibilmente per via delle poche richieste) solo che nelle casse di alberghi e altre strutture ricettive sono entrati finora circa 470 milioni di euro, più o meno il 60 per cento dei fondi stanziati. Insomma, rimane un “tesoretto” che stando alle stime supera di poco i 350 milioni di euro.
Bonus vacanze, adesione sotto le attese
E non è nemmeno escluso a questo punto che il bonus vacanze venga interrotto anticipatamente, proprio come è accaduto al cashback, altro incentivo calato a terra dal governo giallorosso e finito in anticipo nell’hangar degli aiuti difettosi. Soluzione che non dispiace a una parte della maggioranza, ma che nonostante i numeri poco allegri del bonus vacanze continua a incontrare delle resistenze tra democratici e grillini.
Più nel dettaglio, nel 2020 hanno richiesto il bonus vacanze 1.885.802 famiglie.
Quindi l’incentivo tiene fermi al momento più di 350 milioni di euro, per effetto dei voucher “prenotati” ma non ancora incassati. Le risorse stanziate per il contributo che non verranno consumate a quanto si apprende dovrebbero essere riutilizzate in seguito per finanziare nuove misure di sostegno dirette al turismo e non correrebbero perciò il rischio di venire dirottate verso altri settori. Di questo passo, anche in caso di mancato stop anticipato, difficilmente i bonus vacanze sfruttati supereranno la soglia degli 1,3 milioni entro il 31 dicembre, giorno in cui è fissato il funerale dell’incentivo. Ma l’aiuto, dopo una partenza sprint durata una manciata di giorni (era luglio scorso) ha mostrato fin da subito i propri limiti. Anche gli operatori del settore dell’accoglienza non lo hanno mai visto di buon occhio. Innanzitutto per la sua natura: si tratta di una forma di sostegno al reddito delle famiglie e non di un sostegno diretto al comparto.
LO SCHEMA
Se proprio doveva essere una spinta alla ripartenza di uno dei settori che hanno sofferto di più la pandemia, sostengono poi gli imprenditori del turismo, allora sarebbe stato meglio non sottoporre il bonus al limite Isee, fissato a quota 50 mila euro. Pure il meccanismo che regola l’erogazione del beneficio non ha mai convinto del tutto gli addetti ai lavori: il 20% dell’importo spettante viene riscattato sotto forma di credito d’imposta. Probabilmente, spiegano, uno schema più semplice avrebbe aiutato. Va detto però che anche questo governo le ha provate tutte per rianimare il bonus. Quest’ultimo corrisponde a un valore di 150 euro per i single, 300 per le famiglie di due persone e 500 euro per gli altri nuclei. I buoni possono essere usati per vacanze in un’unica soluzione e per servizi resi da una sola struttura ricettiva, altri due paletti che non aiutano. Con il Sostegni bis, per cercare di dare una scossa all’agevolazione, si è dato semaforo verde pure all’acquisto con lo sconto di Stato di pacchetti turistici direttamente nelle agenzie di viaggio. Si è trattato dell’ennesimo tentativo di rilanciare il bonus vacanze, ma finora a quanto pare non ha avuto il successo sperato.
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Il Gazzettino