«Gazprom ricatta l’Europa, non alza le forniture di gas»: l’accusa di oltre 40 eurodeputati

«Siamo di fronte a un ricatto vero e proprio», dice Anna Fotyga, ex ministra degli Esteri polacca e veterana del Parlamento Ue (dove siede tra i banchi dei...

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«Siamo di fronte a un ricatto vero e proprio», dice Anna Fotyga, ex ministra degli Esteri polacca e veterana del Parlamento Ue (dove siede tra i banchi dei Conservatori e riformisti), una degli oltre 40 firmatari del documento di denuncia inviato alla Commissione Ue. Secondo gli eurodeputati, Gazprom starebbe deliberatamente portando avanti una strategia per non aumentare le forniture del gas e far salire così alle stelle i prezzi dell’energia, mettendo l’Europa con le spalle al muro e senza alternative se non quella di sbloccare già subito l’iter burocratico necessario per l’attivazione da ottobre del gasdotto Nord Stream 2, la rotta appena completata che corre sotto il mare del Baltico e bypassa Ucraina e Polonia.

Nel documento inviato alla Commissione si parla chiaramente di «grave distorsione del mercato» messa in atto dal monopolista di Stato russo mentre si chiede l’adozione tempestiva di misure temporanee per frenare il rally del prezzo del gas. Lo schieramento è bipartisan ed è pure più compatto che mai nella richiesta non solo di stoppare la speculazione russa, ma pure di fermare la messa in opera del gasdotto.

 

 

I FIRMATARI

Nessun italiano compare tra i firmatari, ma ci sono tanti polacchi, baltici, rumeni, bulgari, e pure francesi, greci e qualche tedesco di varia estrazione politica: un dato che fa riflettere, anche in vista delle elezioni federali di domenica, visto che il completamento di Nord Stream 2 e il raddoppio delle forniture dirette in Germania sono stati fortemente voluti dal governo di Angela Merkel anche a costo di uno strappo con i partner europei e americani. 

La Commissione ha ricevuto la lettera e risponderà a tempo debito, precisano dall’esecutivo Ue, senza lasciar trapelare ulteriori indicazioni sull’attività di Bruxelles. Ma gli europarlamentari non demordono, accomunati dalla convinzione che Gazprom abbia volutamente declinato la richiesta fatta in estate «di incrementare i volumi di gas per rifornire le riserve europee in vista dell’inverno» (riserve che adesso si trovano al 75% della loro capacità, il livello più basso degli ultimi dieci anni); e questo «nonostante le informazioni disponibili secondo cui il colosso russo avrebbe una sufficiente capacità produttiva» per venire incontro alla domanda. Oltretutto, «ora Gazprom non starebbe sfruttando la capacità dell’attuale e già esistente gasdotto Nord Stream», che consentirebbe un aumento delle forniture senza attendere l’apertura del raddoppio, di fatto creando problemi alla ripartenza delle economie Ue.

Terminato il gasdotto Nord Stream 2, in funzione entro fine anno

Proprio ieri i rappresentanti del colosso russo hanno fatto conoscere la loro posizione: «Forniamo gas come richiesto dai nostri clienti e nel pieno rispetto degli obblighi contrattuali, sforzandoci di soddisfare le richieste aggiuntive se possibile - ha detto un portavoce - Continuiamo a fornire gas a un livello prossimo al record storico, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2020». Secondo vari analisti, con la limitazione dei flussi la Russia starebbe cercando di convincere l’Europa della centralità di Nord Stream 2 per la sicurezza energetica del continente, soprattutto ora che la stagione fredda e l’aumento dei consumi domestici sono all’orizzonte.

Insomma, il ricatto è servito. Anche perché, ci spiega l’eurodeputata Fotyga, i fatti sono chiari e sono pure avvalorati da un provvedimento della giustizia civile tedesca. «Nord Stream - dice - non rispetta le regole Ue sull’energia, sicché la procedura di certificazione non può essere completata, né il gasdotto può essere autorizzato a immettere anche solo un metro cubo di gas nel mercato europeo». 

Europa, futures sul gas a -10% su potenziale entrata in funzione Nord Stream 2

Il problema è sicuramente giuridico, ma è anzitutto politico. E riguarda più che mai il futuro delle relazioni già complicate con Mosca. Appena qualche giorno fa, mentre montava la polemica con Gazprom, ricorda Fotyga, il Parlamento ha approvato una risoluzione sui rapporti con la Russia: «L’Ue deve elaborare e attuare una strategia chiara sui modi per porre fine alla dipendenza dal gas e dal petrolio russi, nonché dalle altre materie prime, e rafforzare la propria autonomia energetica».

 

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Il Gazzettino