Bollette, sul gas Iva al 5%. E più rate per le imprese

Contro gli aumenti stanziati 3,8 miliardi di cui 900 milioni per sostenere i più fragili

Bollette, sul gas Iva al 5%. E più rate per le imprese
La lotta al caro-bollette entra direttamente in legge di bilancio. Il governo ha deciso di “travasare” nel testo della manovra il decreto di pochi giorni fa che...

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La lotta al caro-bollette entra direttamente in legge di bilancio. Il governo ha deciso di “travasare” nel testo della manovra il decreto di pochi giorni fa che liberava risorse aggiuntive per contrastare gli aumenti che scatteranno dal prossimo primo gennaio. E nel Consiglio dei ministri di ieri è stato definito e precisato il dettaglio degli interventi che utilizzano i 3,8 miliardi disponibili: 2 stanziati in precedenza e 1,8 aggiunti proprio con l’ultimo decreto. Dunque 1,8 miliardi andranno ad azzerare gli oneri generali di sistema per le utenze elettriche fino a 16 kwh, 500 milioni annulleranno gli oneri relativi al gas, 600 milioni serviranno ad abbassare l’aliquota Iva sul gas al 5%, mentre 900 milioni sono specificamente destinati a cancellare l’aumento per clienti domestici con 8.264 mila euro di Isee o che facciano parte di famiglie numerose o fragili. Inoltre sempre nella riunione di governo di ieri è emersa la possibilità di introdurre a beneficio delle imprese una rateizzazione delle bollette, che non comporterebbe un onere diretto per i conti dello Stato.

 

 

LA SCUOLA

Intanto a Palazzo Madama sono state definite altre novità: circa 200 milioni vengono destinati alla scuola e in particolare all’organico del personale Ata, al supporto psicologico e all’adeguamento degli stipendi degli insegnanti. Un emendamento del governo riguarda poi le città metropolitane in pre-dissesto, Napoli, Palermo, Torino, Reggio Calabria, ma anche Catania e Messina. La norma prevede un contributo straordinario pluriennale dallo Stato, in cambio di impegni degli enti locali su fiscalità, riscossione, patrimonio e personale.
Ma restano altri capitoli su cui alla vigilia dell’inizio delle votazioni in commissione la situazione non è ancora definita.

E non mancano tensioni tra i partiti. Ad esempio devono essere precisate le modifiche in materia di superbonus: confermata la volontà della maggioranza di cancellare per le villette unifamiliari il requisito di un Isee a 25 mila euro, resta il nodo delle risorse necessarie per conseguire questo obiettivo, in tutto o in parte. Questa novità, come quella relative all’esenzione dal canone per l’occupazione di suolo pubblico per i tavolini all’aperto, dovrebbe passare da emendamenti dei relatori.

Toccherà invece ad un emendamento del governo, messo a punto dal ministero dell’Economia e atteso finalmente per oggi, mettere in bella copia il primo riassetto del fisco che tocca Irpef e Irap ed ha a disposizione una dote di 8 miliardi. Proprio su questo capitolo ieri ci sono state un po’ di scintille, in particolare a seguito della richiesta di Forza Italia di concedere tempi più lunghi (180 giorni) per il pagamento delle cartelle esattoriali che saranno notificate a partire dal prossimo anno. L’esecutivo si era mostrato disponibile ad accogliere questa impostazione, ma sul tema è arrivata una reazione abbastanza forte dal Pd, che non intende riaprire l’accordo complessivo sul fisco già chiuso a novembre. La stessa Forza Italia sta conducendo un’offensiva dell’ultimo minuto per allargare la quota destinata all’Irap (che vale finora 1 miliardo) ma i margini sarebbero ristrettissimi.

 

 

LO STALLO

Lo stallo avrà delle conseguenze in termini di calendario, in un Parlamento già intasato dai provvedimenti (quello su fisco e lavoro ha appena incassato la fiducia mentre la Camera sta lavorando sul decreto relativo al Pnrr). In questo contesto si inserisce anche l’ostruzionismo in commissione annunciato da Fratelli d’Italia, che lamenta le mancate risposte sulle questioni che ha posto. La legge di Bilancio dovrebbe arrivare nell’aula di Palazzo Madama martedì 21, per poi incassare la fiducia probabilmente il giorno successivo. A questo punto appare molto probabile che il passaggio finale alla Camera (senza possibilità di modificare il testo) avvenga tra Natale e Capodanno, a partire dal 27 dicembre.
 

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Il Gazzettino