Bce, Draghi: quantitative easing fino a marzo e oltre se necessario. Spread supera 150 punti

Draghi
Tutto rimandato a dicembre. Solo allora la Bce «deciderà quale sarà lo scenario dei prossimi mesi». Insomma, chi ha parlato di una discussione prevista...

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Tutto rimandato a dicembre. Solo allora la Bce «deciderà quale sarà lo scenario dei prossimi mesi». Insomma, chi ha parlato di una discussione prevista già oggi sul piano di acquisti di titoli di Stato «non era informato e non aveva idea», dice Mario Draghi con un velo di irritazione e un po’ di soddisfazione nel dire che nella riunione di oggi «non si è parlato nè di tapering nè di scenario del Qe, compresa l’estensione oltre marzo 2017», e nel smentire «un problema di scarsità di titoli di Stato». I mercati non l’hanno presa bene. E non solo perchè Draghi ha anche detto che in Europa ci sono ancora rischi al ribasso, ma anche perchè chi è abituato a leggere dietro le parole che arrivano da Francoforte è convinto che questo sia l’inizio della fine per il Qe della Bce.


«L’orientamento della politica monetaria della  Bce sembra sempre più neutrale», spiegano da Metcalfe. Il conto alla rovescia per la fine del Qe si sta avvicinando. E anche se «un prolungamento del programma di Quantitative Easing potrebbe essere ancora possibile nel mese di dicembre, in assenza di un rallentamento della crescita o di dati deludenti sull’inflazione non assume lo stesso significato che gli avevamo attribuito l’estate scorsa».
Un dettaglio non da poco per i titoli di Stato. Ecco perchè quando la conferenza stampa era ancora in corso lo spread Btp/Bund è schizzato oltre quota 150 punti prima di fare marcia indietro. Negativa anche la reazione a caldo delle Borse, che poi hanno imboccato di nuovo la strada del rialzo. Mentre l’euro ha toccato i nuovi minimi da giugno (1,0933 dollari).

Ma veniamo più nel dettaglio a cosa ha detto il numero uno della Bce. Ha detto che sul Qe non c’è alcuna novità: «abbiamo solo ascoltato le valutazioni del Comitato» della Bce incaricato di valutare l’attuazione del QE. Anche se «è improbabile», ha ammesso Draghi un’interruzione improvvisa degli acquisti». E ha detto anche che le cose rimangono come stanno anche sul fronte tassi, nonostante il clima non sia migliorato in Europa: le prospettive economiche dell’Eurozona sono soggette a rischi al ribasso, per Draghi, e i dati suggeriscono una crescita del terzo trimestre simile a quella del secondo.


Ecco perchè il leitmotiv non cambia: «Viste le incertezze, il Consiglio direttivo della Bce continuerà a seguire con molta attenzione gli sviluppi» ed è pronta ad agire in qualsiasi momento per sostenere l’inflazione. Anche prolungando il Qe. Ma i governi devono pensare a fare le riforme. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino