Renzi: «Allo studio intervento per obbligazionisti banche salvate, ma non è facile»

Renzi: «Allo studio intervento per obbligazionisti banche salvate, ma non è facile»
«Queste persone, alle quali va tutta la nostra vicinanza, non sono correntisti come tutti gli altri: hanno acquistato dei titoli, delle obbligazioni particolari, e noi cercheremo...

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«Queste persone, alle quali va tutta la nostra vicinanza, non sono correntisti come tutti gli altri: hanno acquistato dei titoli, delle obbligazioni particolari, e noi cercheremo di trovare una soluzione, ma ovviamente non è la cosa più semplice del mondo pensando a come funziona oggi il mercato delle banche in Europa». Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, parlando dell'operazione di salvataggio di quattro banche italiane (CariChieti, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche e Banca Etruria) avvenuta domenica scorsa con il varo di un decreto da parte del governo. «Quindi noi ce ne facciamo carico - ha aggiunto il presidente del Consiglio - ma ricordiamoci sempre che l'alternativa era la chiusura».


«Il punto centrale è che quelle quattro banche sarebbero state chiuse se non fosse intervenuto il governo», ha precisato il premier. «La questione delle banche è molto delicata, ormai ha delle regole europee», ha ricordato Renzi. Il governo è intervenuto applicando «le nuove regole Ue. Vediamo, come io spero, di dare un minimo segnale almeno in fase di emendamenti».

Governo e maggioranza continuano intanto a lavorare alla legge di Stabilità e tra le novità spunta proprio il destino dei quattro istituti di credito e dei loro risparmiatori. I risparmiatori più colpiti potrebbero essere «sostenuti» con un Fondo di solidarietà ad hoc da inserire nella legge di stabilità. Sostenuti e non risarciti, tiene a precisare però il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Per rispettare la direttiva europea, tuttavia la platea dei risparmiatori coinvolti va minimizzata. L'emendamento del Pd crea quindi un Fondo definito appositamente «di solidarietà» a favore degli investitori ridotti dalla perdita delle obbligazione «in stato di indigenza». Le risorse inserite ammontano a 120 milioni complessivi, 40 milioni pubblici e 80 milioni in arrivo, secondo le intenzioni dem, dal mondo bancario.

Facile prevedere battaglia sulla proposta, in particolare da parte delle opposizioni: M5S (che ha organizzato anche una manifestazione in piazza a Montecitorio), Lega, Sinistra italiana ma anche Forza Italia chiedono chiarezza.

«Il Pd ha salvato le banche - scrive su twitter il leader del Movimento Cinque stelle, Beppe Grillo - ora salviamo i risparmiatori». «Ci sono 130.000 risparmiatori rovinati dal governo - fa di conto Matteo Salvini via Facebook - e Renzi se ne fotte».

Se l'attenzione è tutta concentrata sui risparmiatori c'è chi come il presidente della commissione Bilancio
della Camera Francesco Boccia pensa che occorrerebbe immaginare una soluzione anche per gli azionisti. «Alcuni - spiega infatti - lo sono diventati senza rendersene conto stipulando magari il mutuo

sulla casa» e dunque dovrebbero essere aiutati, magari costruendo «un ponte fra le bad bank e le newco» che sono state create con le norme salva-banche e consentendo «che il valore aggiunto creato da queste ultime possa essere dirottato sulle prime. Chi ha perso potrebbe così riavere qualcosa». O magari utilizzando, come propone il M5S - dice sempre Boccia - anche i proventi della vendita di quadri e immobili di pregio di proprietà delle banche salvate. Proposte che comunque dovrebbero essere affiancate anche alcuni sconti fiscali (deducibilità dei contributi volontari al fondo di risoluzione) in favore proprio degli istituti di credito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino