Bankitalia, crisi bancarie e deflazione nelle Considerazioni del governatore Visco

Bankitalia, crisi bancarie e deflazione nelle Considerazioni del governatore Visco
ROMA - Si parlerà dell'ultima forografia delle banche, certo, oltre che dello stato di quel legame perverso tra bassa inflazione e crescita stentata, nelle quinte...

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ROMA - Si parlerà dell'ultima forografia delle banche, certo, oltre che dello stato di quel legame perverso tra bassa inflazione e crescita stentata, nelle quinte considerazioni finali del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Ma mai l'ultima versione del pensiero di un governatore è stata così attesa, dalla crisi degli anni 90. Mai, perchè mai da allora le banche italiane si erano trovate a gestire nello stesso anno, criticità come quelle del bail-in, nell'anno dell'introduzione ancora imperfetta dell'Unione bancaria, con tanto di istituti salvati (le quattro banche), aggregazioni ancora da far decollare, risorse insufficienti da gestire come quelle del paracadute aperto dal Fondo Atlante per la Popolare di Vicenza, la ricerca affannosa nel limitare i danni su Veneto Banca con la prossima Ipo, continui sospetti del mercato sugli aumenti di capitale smentiti. Perchè anche se in questo annus horribilis il governo ha fatto la sua parte, sufficiente o no, per ora quella montagna di sofferenze lorde, vicina a 200 miliardi, è sempre lì. Lì anche se il sistema «è solido».


Ma andiamo con ordine. Le considerazioni sono così attese per capire innanzitutto con quale forza lo stesso Visco dopo aver lanciato il dossier nel Forex di Torino tornerà a sollecitare una richiesta da parte dell'Italia di modifica delle regole del bail-in, ovvero le perdite a carico dei risparmiatori. «Uno strumento studiato per ridurre l'impatto di una crisi», ha detto più recentemente il governatore, «non deve creare le premesse per renderne probabile un'altra». Poi il capitolo dell'elevato livello dei prestiti deteriorati che «continua a essere il principale fattore di vulnerabilità delle banche italiane», aveva detto il governatore ad aprile in senato, ottimista però su come «le molteplici misure per farvi fronte cominciano a dare frutto: potremmo essere a un punto di svolta».


E dunque è proprio sui tempi di questa «svolta» che saranno puntati i riflettori del gotha dell'economia e finanza riunito oggi a Palazzo Koch. Ecco perchè è attesa anche l'analisi puntuale dell'economia del Paese, all'indomani dell'ennesimo calo ad aprile dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali (-0,7% rispetto al mese precedente e del 4,1% nei confronti di aprile 2015), il calo peggiore dal 2009 su base tendenziale. Ma dal governatore, è certo, arriveranno anche indicazioni alla prossima azione politica. Compreso l'immancabile richiamo alle riforme e il mantra sulla Bce che «non può fare tutto». Soprattutto se l'Europa tanto minacciata dalla deflazione deve anche fare i conti con il rischio Brexit. Infine la difesa sulla vigilanza. La stessa Banca d'Italia e il suo governatore si sono trovate più volte a difendere il ruolo dell'istituto e della vigilanza nella crisi, messo quasi quotidianamente sotto pesante attacco da di diverse forze politiche. Visco lo farà ancora oggi più che mai.
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Il Gazzettino