Luigi Di Maio non rinuncia a mettere il cappello sul salvataggio di Alitalia. Subita la presa di posizione scritta di Delta che nella nuova compagine azionaria ha blindato...
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La procedura prevede che entro le 18 di domenica dovranno pervenire le manifestazioni di interesse con le garanzie a Mediobanca, advisor di Fs che riunirà il cda lunedì per deliberare la proposta da trasmettere al Mise: una lettera in cui scioglie positivamente le riserve e conferma che il consorzio è costituito tra Fs, Delta, Mef e Atlantia indicando le quote. Con questi soci dovrà negoziare le condizioni finali dell'offerta, come il prezzo e il piano industriale, affinché nel giro di qualche settimana si possa chiudere il contratto. Di Maio avrebbe inoltre chiesto che Atlantia scriva nero su bianco il sostegno alla cordata, visto che per quanto riguarda il vettore americano tre giorni fa il general counsel ha ribadito di voler partecipare all'operazione a condizione che ci sia la controllata del gruppo Benetton e non altri pretendenti indesiderati. Ma i legali di Fs e di Atlantia dovranno limare molto il testo perché il gruppo autostradale non vuole ancora assumere impegni.
LEGALI AL LAVORO
Il traguardo del salvataggio è quindi vicino e nel grande compromesso confezionato ieri, il vicepremier avrebbe ottenuto che non si parli di proroga ulteriore, sebbene chiunque può intuire che per arrivare al passaggio finale serva altro tempo. Probabilmente si ricorrerà a costruzioni lessicali che, pur di non comprendere la parola proroga, diano però il tempo ai protagonisti di perfezionare l'operazione. Soprattutto il relazione ai ritocchi cda fare piano industriale già abbozzato nella parte relativa allo sviluppo di Alitalia nel mondo. I tempi più stretti costringeranno perciò Fs, Delta, Atlantia, McKinsey e Oliver Wyman a sedere quanto prima attorno al tavolo e discutere le modifiche al business plan che prevede già nel 2020 un margine operativo di circa 40 milioni e il ritorno all'utile (dopo 20 anni di gestioni in rosso) nel 2022, anche grazie a di tagli di costi per 200 milioni nei primi due anni.
Tra i risparmi rientrano gli esuberi pari almeno ai 1.700 dipendenti oggi in cig a rotazione. I sindacati sono in subbuglio. «Siamo fermi agli impegni assunti dal ministro Di Maio. Le ipotesi che stanno circolando sui media, per quanto ci riguarda, non hanno fondamento», ha detto Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit-Cisl, che ha chiesto a Di Maio un incontro urgente il 16 luglio.
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Il Gazzettino