ROMA Ferrovie dello Stato stringe i tempi per far decollare il progetto di rilancio per Alitalia. La società ferroviaria, come anticipato dal Messaggero, acquisirà...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GLI INCONTRI
Questa settimana sarà probabilmente decisiva per la scelta del vettore internazionale che dovrà affiancare Fs. Perché, anche se in forma non ufficiale, arriveranno a Roma per incontrare i vertici Fs ed esponenti del governo sia gli emissari di Lufthansa che quelli di Delta Airlines. Per la verità i tedeschi, che domani saranno nella Capitale, non avevano mai interrotto i rapporti durante questi lunghi mesi d’impasse, ribadendo al vice premier Luigi Di Maio in una lettera e in maniera non formale, la disponibilità ad essere azionisti di Alitalia con una quota ben inferiore al 50%, fermo restando la possibilità di avere voce capitolo nella gestione. Anche gli americani di Delta si accontenterebbero di una quota di minoranza. Non essendo un vettore europeo non potrebbero tra l’altro aspirare ad avere la maggioranza.
Si muove sotto traccia pure EasyJet. Nel piano della low cost inglese c’è un punto che piace molto alle Fs. La possibilità, in caso di alleanza, di far sviluppare Alitalia sulle tratte intercontinentali e di lungo raggio per sfruttare al meglio le sinergie sul medio e piccolo raggio che offre la compagnia britannica. Delta offre invece una partnership di livello internazionale e la garanzia di rimanere in Skyteam, mentre Lufthansa consentirebbe una integrazione a livello europeo molto forte.
L’OCCUPAZIONE
Di certo il piano che ha in mente Luigi Di Maio non prevede esuberi. L’obiettivo del governo è, almeno in teoria, quello di salvaguardare tutti i dipendenti, magari inserendo in Fs eventuali eccedenze. Una peculiarità che piace parecchio ai tre vettori esteri in lizza, meno al ministro dell’Economia Giovanni Tria che non ha fatto mistero dei suoi timori. C’è da risolvere in primis la questione del prestito ponte da 900 milioni da restituire allo Stato che è entrato nel mirino della Commissione europea. In queste ore Gianfranco Battisti, ad Fs, sta studiando i conti e si prepara al rush finale, garantendo così la soluzione «nazionale» tanto cara all’esecutivo. Probabile che l’esborso alla fine sia solo simbolico visti i debiti da coprire e, come detto, il nodo del prestito ponte da sciogliere. I tecnici, ma è solo una ipotesi, hanno anche pensato ad una conversione del prestito-ponte in capitale. Una soluzione tortuosa. Di certo invece Cdp sarà in campo per acquistare nuovi aerei e rafforzare la flotta. Sempre in settimana Battisti andrà al Mef e al Mise per definire nei dettagli l’operazione. Alitalia per decollare davvero, oltre ad un partner industriale, ha bisogno di almeno 1,5 miliardi di carburante finanziario. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino