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Will Smith si confessa in tv per la prima volta dopo lo "Slapgate" agli Oscar: parla della «rabbia repressa» che è esplosa nello schiaffo in diretta al comico Chris Rock dopo la battuta infelice sulla testa rasata della moglie Jada Pickett, ma soprattutto esprime i suoi timori per "Emacipation", il film di Apple TV+ che dovrebbe aprire la strada alla sua redenzione dopo l'ostracismo a cui lo ha condannato l'Academy per il clamoroso gesto. «Capisco completamente se qualcuno non si sentirà pronto di andarlo a vedere», ha detto l'ex "Man in Black" a Kevin McCarthy di Fox 5 a proposito del film che uscirà nelle sale il 2 dicembre e in streaming dopo una settimana. Il premio Oscar per «King Richard - Una famiglia vincente» ha auspicato che il pubblico e i suoi colleghi a Hollywood guardino oltre la sua presenza nel film per far brillare il lavoro del resto della troupe: «Spero che il materiale, la potenza del film, la sua attualità abbiano la meglio. Spero che il bene che questo film si porta dietro aprirà il cuore delle persone, quanto meno per riconoscere e appoggiare gli incredibili artisti che ci hanno lavorato».
La "paura" per il film Emancipation
Prima dello schiaffo a Rock "Emancipation" era considerato materiale da Oscar.
Intervistato da Trevor Noah sul "Daily Show" l'attore ha parlato della «rabbia repressa» che lo ha portato a schiaffeggiare Rock sul palcoscenico degli Oscar: «È stata una serata orribile», ha detto, spiegando che quella notte «stava passando un brutto momento», ma che «questo non giustifica» quello che ha fatto. Ci sono state «molte sfumature e complessità» ma «alla fine della fiera ho perso la testa», ha aggiunto Will. Tra le complessità, quella di un ragazzino che ha visto il padre picchiare la madre, come successe al piccolo Smith: «Tutto questo è venuto a galla in quel momento, ma io non voglio essere quella persona».
Il dolore più grande, Will Smith racconta di averlo causato al suo nipotino di nove anni: «È il ragazzino più dolce che ci sia - ha raccontato -. Siamo tornati a casa e lui era rimasto alzato fino a tardi per vedere suo zio Will, ci siamo seduti nella mia cucina, lui sulle mie ginocchia teneva in mano l'Oscar, ed è proprio in quel momento che mi ha chiesto: "Perché hai colpito quell'uomo?».
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