VENEZIA - È un'altra storia vera quella che, sempre fuori concorso, passa sugli schermi di Venezia. Anche di questa, come già per Everest, il finale è noto, perché...
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Da Boston fu trasferito da Papa Wojtyla a Roma, dove tuttora si trova alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Ecco, come reagirà il Vaticano di fronte a questo film? "Non mi aspetto alcuna reazione - ha detto McCarthy - Mi piacerebbe che Papa Francesco vedesse il film, ma preciso che questo non è un attacco alla Chiesa". "Tutti - ha aggiunto Ruffalo, l'unico del cast con Tucci e il regista ad essere arrivato a Venezia per la presentazione del film - non solo la Chiesa, ma anche le famiglie, lo stesso giornale, le autorità a Boston per anni hanno fatto finta di non vedere". Anche Ruffalo si è augurato che Papa Francesco veda il film: "Lo utilizzino per cominciare a curare le ferite che la Chiesa stessa ha subito da quei fatti". Tucci si è detto fiducioso: "Se c'è qualcuno che potrà fermare questo fenomeno è Papa Francesco".
Anche perché le ferite da sanare sono duplice, fisiche e spirituali: " Ti rubano la Fede", è la denuncia di una delle vittime nel film. E il risultato, una volta pubblicata l'inchiesta nel 2002, fu che a Boston molte chiese vennero chiuse, un po' perché servivano soldi per pagare i risarcimenti alle vittime delle molestie, un po' perché molti si sentirono traditi e alle funzioni non ci andarono più. Delle molestie, degli abusi, delle violenze, Spotlight non entra nel merito. Non ci sono scene morbose, nessuna immagine di bambini toccati. Non serviva: il fulcro è l'insabbiamento di vicende che erano diventate un 'sistema' coperto dalle autorità ecclesiastiche.
Alla proiezione per la stampa un doppio battimani, l'ultimo dopo i titoli di coda con i numeri degli abusi perpetrati in tutto il mondo da preti pedofili: 249 sacerdoti coinvolti, 1000 vittime. E la sera in Sala Grande cinque minuti di applausi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino