Sanremo con Melissa P.: «I giovani? Bravi, ma non trasmettono nulla»

Melissa P. con il fidanzato, il rapper Corrado Gel
ROMA - Apre la porta scalza, il viso struccato. Minuta ed esile, un’eleganza naturale messa in risalto dall’abbigliamento trasandato. Melissa Panarello –...

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ROMA - Apre la porta scalza, il viso struccato. Minuta ed esile, un’eleganza naturale messa in risalto dall’abbigliamento trasandato. Melissa Panarello – conosciuta ai più per il romanzo d’esordio «100 colpi di spazzola prima di andare a dormire», scritto sotto lo pseudonimo di Melissa P. – abita in un delizioso appartamento nel cuore di San Lorenzo, quartiere storico della Capitale un tempo popolarissimo, dove artisti e intellettuali si mischiano ora a frotte di universitari fuori sede. Si è trasferita da poche settimane: nel salotto ancora spoglio solo qualche grazioso mobile d’epoca, un divanetto e una televisione.




Quanto basta per una tranquilla serata sanremese in compagnia dei suoi quattro gatti e del fidanzato. «Sono da sempre una grandissima appassionata del Festival – confida entusiasta – Quando ero bambina compravo Tv Sorrisi e Canzoni e leggevo i testi delle canzoni in gara per impararli a memoria. Come ci rimanevo male quando magari sul palco sbagliavano le parole o modificavano le strofe». Lei, che è cresciuta ascoltando Mia Martini («è l’unica per la quale ho pianto quando è morta»), Patti Pravo, Mina e i grandi cantautori del passato, trova che agli interpreti della nuova generazione manchi qualcosa: «Non c’è dolore, non c’è sofferenza nelle loro esecuzioni – gesticola con grazia – Molti sono bravissimi tecnicamente ma non trasmettono nulla, è la vita che fa difetto».



«Ecco come rovinare una canzone», scrive su Facebook mentre Annalisa ed Emma duettano sulle note di «Per Elisa», cover del celebre brano di Alice. A dispetto della giovane età, i gusti di Melissa sono decisamente retrò: «L’artista che ho più apprezzato è Maria Nazionale, cantante appassionata e di gran classe. Poi mi piaceva moltissimo la canzone scartata di Malika Ayane, che peccato. Ed Elio, sempre originale». Una menzione speciale va a Renzo Rubino e al suo «Il postino (amami uomo)»: «Gli adulti si sforzano spesso di dare messaggi, trovare significati – osserva – Quando i ragazzi, se lasciati liberi di esprimersi, lo fanno istintivamente. Mai criticare un giovane che si mette a nudo, che fa dono della propria interiorità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino